Tumori da inquinamento industriale e morti bianche: il Sud è maglia nera

ROMA – Taranto maglia nera per il numero assoluto di malattie cancerogene imputabili a inquinamento industriale. La città per maggior numero di cancro causato da questo tipo di inquinamento la città pugliese, seguono Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia. Mentre nel biennio 2017-2018 il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone. Subito dopo Isernia, Campobasso, Caserta, Vibo Valentia e Matera

I dati

E’ quanto si ricava dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro secondo cui nel tarantino il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico. Mentre nel biennio 2017-2018 il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9‰), Campobasso (4,7‰), Caserta (4,4‰), Vibo Valentia (4,1‰) e Matera (4‰). 

Esiste un legame tra inquinamento e cancro?


“E’ la domanda che tutti si pongono da anni. Dal 2013 l’inquinamento atmosferico in generale e il particolato atmosferico (ovvero le cosiddette polveri sottili) sono catalogati fra i cancerogeni certi per gli esseri umani dalla massima autorità in materia, l’International Agency for Research on Cancer (Iarc) di Lione, l’agenzia dell’Organizzazione Mondiale di Sanità – spiega Sergio Harari, direttore della Pneumologia all’Ospedale San Giuseppe Multimedica IRCCS di Milano –. Dopo un’attenta revisione di oltre mille studi scientifici sull’argomento, gli esperti hanno stabilito che provocano il cancro ai polmoni e aumentano il rischio di quello alla vescica e che le sorgenti principali d’inquinamento sono trasporti, emissioni industriali e agricole, riscaldamenti e cucine. Inoltre, lo studio ‘Sentieri’ dell’Istituto Superiore di Sanità ha dimostrato un’incidenza di cancro (di vari tipi) superiore del 9% nei maschi e del 7% nelle femmine – rispetto alla media regionale – nei territori indicati come altamente inquinati”.

Morti bianche, la triste realtà del Sud

Crotone dunque è la provincia con il maggior numero di “morti bianche” (6,3 ogni mille), seguita da Isernia (5,9‰), Campobasso (4,7‰), Caserta (4,4‰), Vibo Valentia (4,1‰) e Matera (4‰). Tutte provincie del Sud Italia dove il lavoro è spesso una chimera e dove, nonostante ciò, di lavoro si muore. Tra i comparti produttivi l’incidenza maggiore di infortuni mortali si è registrata in agricoltura (3,5 decessi ogni mille incidenti), seguito dal settore delle costruzioni (3,4 per mille), dell’industria mineraria (3,3 per mille) e dei trasporti e magazzinaggio (3,3 per mille).

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