Turchia: il ‘Sofagate’ è colpa dell’Ue. Accuse di sessismo anche a Michel

Per Ankara, non solo il protocollo è stato rispettato, ma concordato sulla base delle "richieste europee", quindi le accuse sono "profondamente ingiuste"

TORINO – La Turchia rimbalza all’Unione europea le accuse per quello che è stato battezzato ‘SofaGate’. Nessuna discriminazione di genere contro la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, costretta a sedersi in disparte all’incontro ufficiale con gli omologhi Recep Tayyip Edogan e Charles Michel. Per Ankara, non solo il protocollo è stato rispettato, ma concordato sulla base delle “richieste europee”, quindi le accuse sono “profondamente ingiuste”. L’ufficio Protocollo dell’Ue non ci sta: le sale erano “inaccessibili”, quindi “nonostante le richieste” non c’è stato alcun sopralluogo. I video dell’arrivo dei tre ai colloqui hanno attirato fiumi di condanne, con reazioni incendiarie contro il “sessismo di Stato” della Turchia. Anche perché Ankara un paio di settimane fa si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul, firmata nel 2011 (nella città turca) per combattere la violenza contro le donne.

La vicenda

Milioni di persone hanno osservato la scena: Erdogan e due tra i massimi leader dell’Ue arrivano nell’ufficio. Ma mentre i due uomini si accomodano nelle poltrone predisposte per loro, non ce n’è una per von der Leyen, che resta in piedi, fa un gesto di sconcerto e poi siede su un divano beige su un lato della stanza. Un trattamento, hanno osservato molti, indegno per una massima carica europea, trattata come una funzionaria di secondo rango. Il coro di voci aggiunge, accusando Ankara: messa in disparte perché donna. Il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu nega: il protocollo era stato concordato in un incontro con dei funzionari europei, “in linea con le loro richieste. Punto”.

La replica di Michel

A Bruxelles, i giornalisti al briefing della Commissione hanno ampiamente insistito sull’argomento. Il portavoce Eric Mamer ha sminuito e invitato a concentrarsi sui temi discussi all’incontro, ribadendo che l’Ue ha preso contatti perché fatti analoghi non si ripetano. Non ha però risposto sul ruolo degli europei nell’organizzazione. Nè ha commentato il comportamento di Michel, rimasto in poltrona a guardare von der Leyen sedersi in disparte. Mamer ha rimandato alla dichiarazione del belga: “Le immagini danno l’impressione che io sia stato insensibile. Nulla è più lontano dalla realtà e dai miei profondi sentimenti, così come dai principi che ritengo essenziali”. Ha aggiunto che “sul momento, percependo la situazione deplorevole, abbiamo scelto di non peggiorarla con un incidente pubblico, privilegiando” la discussione politica con Erdogan, anche su Convenzione d’Istanbul e diritti delle donne.

Le immagini hanno fatto il giro del web

Intanto, le immagini sono state condivise migliaia di volte sui social. Molti commenti fanno eco a quello di Evelyn Regner, presidente della commissione per l’Uguaglianza di genere dell’Europarlamento: “Il posto di una donna non è su un vicino divano! È al tavolo delle decisioni”. Iratxe Garcia Perez, presidente dei Socialisti e democratici (S&D), ha chiesto una discussione in plenaria perché “le relazioni Ue-Turchia sono fondamentali”, “ma anche il rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle donne”.

C’è chi si è rammaricato che von der Leyen non sia uscita dalla stanza per protesta. Altri hanno legato la scena all’endemica disparità di genere, dai luoghi di lavoro alla vita domestica, e richiamato la drammatica situazione in Turchia. Dove l’uscita dal trattato del Consiglio d’Europa si inserisce in un contesto profondamente patriarcale, che nella sua forma più eclatante ha portato a 474 femminicidi nel solo 2019, in aumento del 471% in 16 anni, e con il 42% delle donne tra 15 e 60 anni che subisce violenza dal partner. Ancora, dove Erdogan e alti funzionari usano spesso una retorica sessista che alimenta la violenza, dal descrivere le donne come inferiori agli uomini all’augurare la morte alle sopravvissute a stupro che decidono di abortire.

(LaPresse/AP)

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