Twitter resta in Turchia, ma cede alla legge di Erdogan sui social network

Twitter ha annunciato che “pur di difendere la conversazione aperta e pubblica e a garantire che il servizio sia disponibile per le persone ovunque” acconsente alla nuova legge sui social network e istituirà un ente legale per continuare a operare nel Paese

ANKARA – Twitter trova l’accordo sulla legge sui social network. Lo ha annunciato la stessa piattaforma che “pur di difendere la conversazione aperta e pubblica e a garantire che il servizio sia disponibile per le persone ovunque” istituirà un ente legale per continuare a operare nel Paese. Ciò per addivenire ad una serie di divieti pubblicitari emessi a gennaio oltre che per Twitter, anche per Periscope e Pinterest. Tutte misure applicate dal governo di Erdogan affinché le società di social media con oltre un milione di utenti mantengano i propri rappresentanti legali nel Paese per la gestione dei reclami sui contenuti. In caso di rifiuto verranno applicate sanzioni e successivamente la riduzione della larghezza di banda che ne limiterebbero un accesso veloce. Il governo Turco insiste sulla “necessità di una legislazione per combattere la criminalità informatica e per proteggere i diritti degli utenti dei social media”.

Il comunicato

Il social network  in un comunicato ha sottolineato che “rimaniamo impegnati a proteggere le voci e i dati delle persone in Turchia che utilizzano Twitter. Continueremo a essere trasparenti su come gestiamo le richieste del governo e delle forze dell’ordine”. Inoltre la società ha affermato che “le richieste della Turchia per la rimozione dei contenuti costituiscono il 31% di tutte le richieste a livello globale” e che sono state presentate all’incirca 45.800 richieste e Twitter afferma di averne soddisfatte circa un terzo. La Freedom of Expression Association sostiene che “ a partire da ottobre 2020, più di 450.000 domini, 120.000 collegamenti e 42.000 tweet sono stati bloccati in Turchia”.

La restrizione

Ma secondo i gruppi per i diritti umani e la libertà dei media legge che è andata in vigore nel Paese “equivale a censura e viola i diritti alla privacy e all’accesso alle informazioni”. Infatti in questo caso i i rappresentanti locali delle società di social media sono resi responsabili di rispo0ste alle richieste individuali per la rimozione dei contenuti che violano la privacy e i diritti personali entro 48 ore o di fornire i motivi per il rifiuto”. Per cui “la società sarà ritenuta responsabile per i danni se il contenuto non viene rimosso o bloccato entro 24 ore”. La nuova legge richiede anche che “i dati dei social media siano archiviati in Turchia, sollevando preoccupazioni in un Paese in cui il governo reprime la libertà di parola”.

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