Ucciso dal custode nel parcheggio a Nola, la lite nata per una gomma forata

Domenico Esposito ed Emanuele De Luca

NOLA – Sono emersi altri particolari sulla morte assurda di un 28enne, accoltellato nel parcheggio Capri del Vulcano Buono sabato pomeriggio e morto in ospedale. A stroncare la vita della vittima il fendente sferrato al cuore. Pare che ad aggredire Domenico Esposito, giovane di Acerra, sia stato un custode in servizio nell’area di sosta del centro commerciale. Emanuele De Luca, dipendente di un’azienda di vigilanza privata di Frattamaggiore, è stato individuato e arrestato dagli agenti di polizia poche ore dopo il raid. Il 20enne di Secondigliano si spostava nel parcheggio in sella a uno scooter, con il quale ha raggiunto il 28enne per aggredirlo.

La confessione

Una volta sferrate le coltellate che hanno provocato la morte di Domenico Esposito, il custode ha abbandonato il mezzo ed è scappato a piedi, raggiungendo un albergo posizionato nelle vicinanze del centro commerciale. In tasca aveva ancora il coltello sporco del sangue della vittima. Alla vista dei poliziotti non ha opposto resistenza, anzi pare che abbia confessato subito. “Arrestami, sono stato io”, avrebbe detto ai poliziotti, che si erano messi sulle sue tracce dopo aver visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate all’interno del parcheggio Capri.

I frame

I frame hanno documentato come Domenico Esposito fosse stato accoltellato mentre era intento a cambiare una ruota alla vettura di proprietà della sorella, commessa di uno dei negozi di abbigliamenti presenti all’interno del Vulcano Buono. Dalle immagini non si capiva il perché dell’aggressione. Il motivo del raid è venuto fuori ascoltando i testimoni. Sabato pomeriggio la vittima era in compagnia del padre. Entrambi aspettavano che uscissero dal centro commerciale la sorella della vittima e un’amica. L’alterco tra il 28enne e il custode sarebbe nata dopo il rifiuto del 20enne di Secondigliano di aiutare Domenico Esposito a cambiare la ruota per uno pneumatico forato. E’ possibile quindi che Domenico Esposito non abbia preso bene la decisione di Emanuele De Luca di assisterlo nelle operazioni da svolgere. Nulla faceva presagire a un epilogo tragico. Dopo che sono volate parole grosse il 20enne di Secondigliano si è allontanato.

Lo scenario

Ma è tornato poco dopo per accoltellare la vittima con un’arma da taglio che porta sempre con sé. Anche se indossano le divise simili a quelle delle guardie giurate, i fiduciari non sono autorizzati a detenere armi. Pare che Emanuele De Luca, assunto da poco, andasse sempre al lavoro con un coltello in tasca. Forse gli serviva per sentirsi più sicuro in caso di aggressione all’interno del parcheggio del Vulcano Buono. Spesso l’area è stata presidiata da malintenzionati. Ecco perché oltre alle guardie giurate, i vertici di Vulcano Buono hanno voluto affidarsi anche a un’altra azienda di vigilanza, che ha spedito a Nola custodi, il cui compito è quello controllare la zona dove i clienti fermano le loro auto in sosta. Però Domenico Esposito non era un ladro. Era lì per aspettare che uscisse la sorella dal lavoro. Ma ha trovato la morte per mano di un custode. Il 20enne è stato arrestato omicidio aggravato dai futili motivi e dall’utilizzo dell’arma.

Lo strazio degli amici

Il dramma che si è consumato ieri nel parcheggio del centro commerciale Vulcano Buono ha gettato nello sconforto la città di Nola, ma soprattutto i residenti di Acerra, Comune dove la vittima risiedeva. Domenico Esposito era conosciuto e benvoluto. “Era un ragazzo perbene, non doveva morire così”, ha detto uno degli amici, che ha preferito restare anonimo. “Vogliamo rispettare il dolore dei familiari. Io e Domenico ci conoscevamo da tanti anni. Avevo rapporti anche con la famiglia. Ma da quando Mimmo non c’è più, non ho ancora trovato il coraggio di contattare il padre ed esprimergli il dolore che sente la comunità di Acerra”. Amici e familiari non riescono a darsi pace. “E’ difficile metabolizzare quello che è successo – ha continuato uno degli amici di Domenico – la morte di Mimmo è stata assurda. Non si può accettare che sia morto così, a seguito di una lite banale. Non lo meritava”. Aveva 28 anni, la vittima del pomeriggio di follia all’interno del parcheggio Capri del Vulcano Buono. “E’ stata spezzata una vita per nulla – ha concluso uno degli amici di Domenico Esposito – Mimmo aveva un camion, lavorava come autista insieme al padre. E’ caduto e si è rialzato tante volte. Sognava un futuro solido e invece è morto ammazzato a soli 28 anni. Sono ancora sotto choc”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome