Ucciso e sciolto nell’acido, dopo 22 anni sospetti su due dei Polverino

NAPOLI – I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di due indagati affiliati al clan Polverino, già detenuti, in quanto ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio e della distruzione del cadavere del giovane Giulio Giaccio, avvenuto a Marano il 30 luglio 2000, data a partire dalla quale se ne erano perse le tracce.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, condotte dal citato Nucleo Investigativo fino al marzo 2022 anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di appurare che la vittima, operaio edile, era estranea a contesti di criminalità organizzata e che gli esecutori del delitto l’avevano erroneamente identificata per un soggetto che stava intrattenendo una relazione con la sorella di uno di essi, che non l’approvava.

Che il giovane si trovasse nei pressi della propria abitazione, era stata raggiunta dagli indagati i quali, fingendosi poliziotti, l’avevano costretta a salire a bordo dell’autovettura su cui viaggiavano. Pur avendo negato ogni coinvolgimento nella relazione, Giaccio venne ammazzato con un colpo d’arma da fuoco ed il cadavere distrutto completamente, utilizzando acido. Ordinanza in carcere per Salvatore Cammarota, 55enne detenuto nel carcere di L’Aquila, e per Carlo Nappi, 64enne, già rinchiuso nel penitenziario di Livorno.

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