Ucraina, Kuleba: “L’Italia ci mandi armi, il peggio deve ancora venire”

Le parole del ministro degli Esteri ucraino

Ukrainian Foreign Minister Dmytro Kuleba holds a joint news briefing with Chairman of OSCE and Polish Foreign Minister Zbigniew Rau after talks in Kyiv, Ukraine, Thursday, Feb. 10, 2022. (Valentyn Ogirenko/ Pool Photo via AP)

MILANO – “Vorrei dire che coloro che rifiutano l’invio di armi all’Ucraina in realtà sostengono la continuazione della guerra. Prima noi saremo in grado di espellere i russi e prima la guerra sarà finita. Noi apprezziamo molto Mario Draghi e il mio collega Luigi Di Maio: si sono schierati dalla parte giusta della storia sin dal primo giorno di guerra. Noi ci aspettiamo dall’Italia le armi necessarie a difenderci e siamo felici si sia assunta il ruolo di Paese guida nello sforzo di farci entrare in Europa come membro a pieno titolo. La loro scelta, infine, di farsi garanti della nostra sicurezza negli assetti eventualmente nati dal processo di pace è un segno di grande amicizia e serietà”. Così il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Sappiamo che in Italia ci sono forze vicine a Putin: vorrei dire che ciò è immorale, illegale e politicamente perdente. Chi sta con Putin sostiene i crimini di guerra. Sulla questione garanzie, vorrei comunque rassicurare gli italiani: si possono trovare modi per cui le garanzie non comportano automaticamente il vostro coinvolgimento bellico diretto”, dice ancora Kuleba. Secondo il capo della diplomazia ucraina, “siamo nel mezzo della guerra, il peggio deve ancora venire. L’Ucraina ha vinto la battaglia di Kiev, ma quella per il Donbass e nel Sud sta per cominciare e sarà terribile, devastante, lo prova tra l’altro lo scempio di Mariupol”.

Kuleba fa poi un riferimento all’ipotesi di una visita di papa Francesco in Ucraina: “Come cristiano credo fermamente che Dio apprezzerebbe grandemente la visita del Papa a Kiev e noi lo accoglieremmo a braccia aperte”. “La stavamo preparando da ben prima dello scoppio della guerra il 24 febbraio. E adesso diventa anche molto più importante. La nostra ambasciata in Santa Sede lavorava per farla precedere dalla visita del segretario di Stato vaticano, come evento preparatorio. Ma ancora non abbiamo date o conferme finali che avvenga”, aggiunge il ministro degli Esteri ucraino, dicendo che al pontefice chiederebbe “di pregare per noi e di esercitare la sua influenza sui circoli russi per cercare di porre fine a questa assurda e violenta guerra, che va contro il volere di Dio. Qui tanti cristiani muoiono, anche tanti cattolici che combattono al nostro fianco, e lui certo potrebbe portare loro conforto”.

(LaPresse)

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