Ucraina: Russia lancia esercitazioni in Crimea. Kiev smorza, per ora nessuna minaccia

Ucraina, tensione al confine: leader assicurano invasione della Russia non imminente AP Photo/Alexei Alexandrov

KIEV (UCRAINA) – L’Ucraina prova a rassicurare i suoi cittadini dicendo che un’invasione della Russia non è imminente, anche se riconosce che la minaccia è reale e proprio oggi ha accolto un carico di aiuti militari dagli Stati Uniti per rafforzare le sue difese. Le rassicurazioni sono giunte nonostante la Russia nelle ultime settimane si stima abbia ammassato circa 100mila soldati al confine con l’Ucraina e nonostante stia svolgendo esercitazioni militari in diverse zone del Paese, fra cui nella Crimea annessa nel 2014.

Usa e Nato si preparano per l’eventualità di una guerra

gli Usa hanno messo in allerta 8.500 soldati, la Nato ha mandato rinforzi in Est Europa, e Boris Johnson ha detto che il Regno Unito è pronto a dispiegare truppe per proteggere gli alleati in Europa in caso di invasione russa dell’Ucraina. Il tutto mentre, dopo Usa e Regno Unito, anche il Canada ha ordinato ai familiari del suo staff diplomatico di lasciare Kiev.

“A oggi non vediamo nessuna base per dichiarazioni su un’offensiva su vasta scala contro il nostro Paese”, ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale e di difesa dell’Ucraina Oleksiy Danilov. Dichiarazioni sulla stessa linea anche dal ministro ucraino della Difesa, Oleksii Reznikov: “ci sono scenari rischiosi. Sono possibili e probabili in futuro”, “ma a oggi una minaccia del genere non esiste”.

I movimenti corrono su un doppio binario: da una parte ci si prepara all’eventualità dell’invasione (“Ci stiamo preparando per tutte le eventualità”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen), dall’altra la diplomazia continua a fare il suo corso. Dall’Ue fanno sapere che si lavora a sanzioni: “Se ci sarà una violazione futura dell’integrità territoriale della sovranità dell’Ucraina o se l’Ucraina diventasse oggetto di un’ulteriore aggressione russa reagiremo in modo molto forte e ci saranno forti conseguenze politiche ed enormi costi economici inflitti all’aggressore”, ha detto un portavoce.

Emmanuel Macron parlando da Berlino dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha annunciato che venerdì avrà una telefonata con Vladimir Putin per discutere proprio di Ucraina. L’inquilino dell’Eliseo ha spiegato che il dialogo prosegue in molti modi: fra Usa e Russia, fra Russia e Nato, nell’ambito dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), nel formato cosiddetto Normandia e fra Ue e Russia, ma che parallelamente “prepariamo la reazione comune e la risposta in caso di aggressione”.

Un passo avanti per capire che direzione prenderà la crisi è atteso entro la fine della settimana: il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha riferito alla Cnn che entro allora l’Alleanza invierà una risposta scritta al Cremlino sulle richieste di garanzie di sicurezza avanzate da Mosca.

“Delineeremo che siamo pronti a sederci e discutere il controllo degli armamenti, il disarmo, la trasparenza sulle attività militari, i meccanismi di riduzione del rischio e altre questioni rilevanti per la sicurezza europea. E anche a sederci e ascoltare le preoccupazioni russe”, ha detto Stoltenberg, sottolineando che “la Nato non dispiegherà truppe da combattimento in Ucraina, ma dobbiamo essere sicuri che non ci siano malintesi sulla nostra prontezza, sul nostro impegno a difendere tutti gli alleati, specialmente nella parte orientale dell’alleanza”.

La Russia ha chiesto all’Occidente garanzie di sicurezza che precludano l’espansione della Nato a est. In particolare vuole la certezza che la Nato non ammetta l’Ucraina come Stato membro e che l’Alleanza limiti altre azioni, come lo stazionamento di truppe, negli ex Paesi sovietici. Ma alcune di queste richieste, come per esempio quella relativa all’ammissione di nuovi membri, per la Nato sono fallite in partenza, il che crea uno stallo intricato che molti temono possa sfociare in una guerra.

Intanto, nell’ambito dei preparativi per l’eventualità di un attacco russo, l’amministrazione Biden è al lavoro con diversi Paesi europei, Commissione europea e fornitori in tutto il mondo per sviluppare dei piani d’emergenza per il caso in cui la Russia dovesse tagliare le forniture di energia. Stando alle fonti, se necessario l’Europa guarderebbe a forniture di gas in Nord Africa, Medioriente, Asia e Stati Uniti e lo sforzo richiederebbe “preferibilmente volumi più piccoli da una moltitudine di fonti” per far fronte a un eventuale taglio russo.(LaPresse/AP)

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