Ue, Tusk tenta forcing diplomatico per centrare l’accordo sulle nomine Ue

Foto John Thys / AFP in foto Donald Tusk

BRUXELLES (BELGIO) – Donald Tusk tenta il tutto per tutto, con l’obiettivo di centrare l’accordo sulle nomine ai vertici delle istituzioni Ue già al primo colpo al vertice europeo. In gioco le quattro principali cariche: presidente della Commissione, presidente del Consiglio, Alto Rappresentante della Politica estera e di sicurezza comune e presidente della Banca Centrale Europea, a cui si aggiunge la Presidenza del Parlamento.

Le trattative bilaterali proseguiranno febbrili fino all’apertura ufficiale del summit

“Le mie consultazioni sulla nuova leadership dell’Ue hanno dimostrato che, nonostante opinioni diverse, interessi diversi, abbiamo una volontà comune di finalizzare presto questo processo”, ha detto Tusk nella sua lettera di invito ai capi di stato e di governo. “Rimango cautamente ottimista”, ha aggiunto, sottolineando che “tutti quelli con cui ho parlato hanno espresso la determinazione di decidere rapidamente”.

I contatti si intensificano tra le cancellerie europee, rientrano in gioco anche i sei premier incaricati dalle rispettive famiglie politiche di ‘mediare’ in vista di un’intesa: il premier spagnolo Pedro Sanchez e il premier portoghese Antonio Costa per i socialisti, il premier belga Charles Michel e quello olandese Mark Rutte per i liberali, il premier croato Andrej Plenkovic e il premier lettone Krišjanis Karinš per i popolari, si incontreranno a colazione.

Prevista anche una riunione trilaterale tra il presidente francese Emmanuel Macron, il premier spagnolo Sanchez e quello portoghese Costa. Il Presidente del consiglio europeo farà un ulteriore giro di consultazioni anche con i quattro principali gruppi politici prima di aprire il dialogo a trattative multilaterali.

Il tempo stringe perché il nuovo Parlamento europeo si insedierà il 2 luglio

Molti i criteri sul tavolo da soddisfare per trovare l’equilibrio perfetto, una spartizione delle poltrone che accontenti i maggiori gruppi politici ma anche Paesi del Nord, del Sud, dell’Est e dell’Ovest. Prende sempre maggior vigore anche il criterio della parità di genere: all’ultimo vertice Tusk aveva promesso due donne ai vertici Ue, “è l’obiettivo, bisognerà vedere poi se sarà fattibile” sussurrano fonti europee.

Quel che sembra certo è che la presidenza tenterà l’impossibile, con negoziati ad oltranza, per evitare di dover richiamare i leader europei subito dopo la pesante trasferta per il G20 in Giappone. Se le posizioni fossero troppo lontane l’ultima chance potrebbe essere convocare un summit domenica 30 giugno, due giorni prima dell’inaugurazione a Strasburgo del nuovo Parlamento. (LaPresse)

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