Un nuovo clan dalle ceneri della scissione degli Stabile

Gli Scognamiglio subito in rotta di collisione con i nuovi Lo Russo. Ma i ras trattano per dividersi gli affari

NAPOLI – I clan dell’area nord sono in fibrillazione. Qui c’è un nuovo sodalizio, che parte dalle palazzine di Piscinola e chiede strada. E’ nato da una ‘rigenerazione’ dopo la scissione degli Stabile. La Procura ha aperto chi occhi sugli Scognamiglio, che stanno emergendo e ora si frappongono ai nuovi Lo Russo. Un intreccio molto pericoloso, per usare parole degli investigatori. Ma al momento non emerge nulla. Almeno in superficie. Le strade dei rioni sono in pace. In queste ore i boss cercano di mettersi d’accordo, per evitare di farsi la guerra. Stanno provando a spartirsi gli ‘affari’ illeciti. E gli inquirenti seguono l’evolversi della situazione. Non è facile. E’ solo una calma apparente. Agenti e carabinieri sono pronti a ‘correre’ al primo segnale. E’ come una pentola sul fuoco: dall’esterno non si vede nulla, ma l’acqua può bollire da un momento all’altro. Gli scenari sono imprevedibili. E cambiano di ora in ora. Del resto qui i clan sono in espansione. E i segnali che arrivano dall’area nord della città sono preoccupanti. Gli ‘emergenti’ dei Lo Russo per mesi hanno avuto campo libero e si sono spinti fino ai Colli Aminei. Come? Gli inquirenti hanno ricevuto informazioni di richieste estorsive degli ‘emergenti’ ai commercianti ai Colli Aminei. E’ il primo indice di una avanzata sul territorio. E i giovani ‘colonnelli’ si vedono già pattugliare l’area del Frullone e via Janfolla (non lontana proprio dai Colli Aminei). La nuova cosca è a un passo dal ‘guadare il fiume’. Ma se ne sono accorte le forze dell’ordine. Miano resta il fronte caldo. E qui pure la pressione estorsiva è aumentata dopo la ‘pausa Covid’. Ma gli esercenti sono poco disposti a tollerare gli emissari dei clan.

Sta accadendo in queste ore anche a Secondigliano. Ma c’è il sospetto che il fenomeno sia generalizzato. Il termometro registra temperature roventi. Secondo l’ultima informativa della polizia, aumenta la ‘pressione’ degli estorsori e questo crea forti malumori nella popolazione. Da una parte la crisi economica ha colpito anche le organizzazioni criminali (pure quelle più in salute), che ora sono a corto di liquidi. E cercano di recuperare con il ‘pizzo’. Ma sul fronte opposto trovano una massa di imprenditori ed esercenti, già piegati dalle lunghe chiusure per il Covid. Poco disposta a versare anche solo un euro “per le famiglie dei carcerati”, in un periodo buio come questo. Lo scontro è inevitabile.

Anche se la pace è imposta dall’alto, negli ultimi giorni le cronache hanno registrato scaramucce, presto sedate dai capi clan. Gli investigatori le chiamano ‘aggressioni anomale’. Difficili da ricostruire, che spesso restano senza un movente. Le indagini terminano in un vicolo cieco. Pestaggi in strada senza un motivo.

Accade sempre più spesso. Ed è successo anche pochi giorni fa al corso Secondigliano. Un ragazzo è stato picchiato a sangue in pieno giorno. Trovato a terra dai passanti in una pozza di sangue intorno a mezzogiorno. Soccorso con una ambulanza e trasportato in codice rosso all’ospedale Cto. Grave trauma cranico, hanno detto i medici Probabilmente preso a bastonate, o colpito con un oggetto contundente da almeno tre persone. Condizioni serie, ma non corre pericolo di vita.

La lunga crisi per la pandemia ha dato un vantaggio alla criminalità, che approfitta degli stati d’emergenza. Il Covid ha aperto più fronti e le forze dell’ordine (già a ranghi ridotti) devono ora fare gli straordinari per i controlli in strada. La storia si ripete. Famiglie senza più lavoro e reddito, commercianti piegati dalle chiusure, imprenditori senza futuro. I clan navigano in queste acque e se ne sono accorte le istituzioni. Dopo i segnali lanciati dalle forze dell’ordine e dalle associazioni.

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