Vaccini, Abrignani: “L’obbligo unico è lo strumento per battere il Covid”

L'intervento dell'immunologo

Foto Marco Alpozzi/LaPresse

ROMA – L’obbligo vaccinale “è l’unica misura per battere una pandemia”. Lo dice l’immunologo Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico scientifico, in un’intervista al Corriere della Sera. “Il virus ci comanda”, rimarca Abrignani, che commenta così la possibile proroga dello stato di emergenza. “È una decisione politica, basata sui fatti. Questa emergenza il Sars CoV-2 la sta prolungando più di quanto si potesse immaginare. Siamo noi a inseguire lui, non il contrario”.

Anche l’obbligo dovrebbe rientrare tra le misure per gestire l’emergenza? “Se vuoi controllare una malattia infettiva pandemica e hai a disposizione un vaccino che funziona bene, la regola aurea è darlo a tutti i suscettibili. Quindi, per la prima volta ci troviamo di fronte alla necessità di immunizzare miliardi di persone in breve tempo. Se non lo facciamo, il Sars-CoV-2 probabilmente non se ne andrà. Si trasmette per via respiratoria, e alle ultime varianti (Delta e Omicron) basta un niente per contagiare. Per quante accortezze e protezioni si mettano in atto, non puoi evitarlo. Quando una malattia è altamente diffusiva come questa non vaccinare tutti è volersi fare del male”, osserva Abrignani. L’Italia ha raggiunto l’85% di copertura vaccinale sopra i 12 anni e si appresta ad estendere l’obbligo. “Sono molto d’accordo con l’estensione -dice ancora-. Io vedo la vaccinazione anti-Covid come un dovere civico e sociale. Penso che certe categorie per il ruolo pubblico che rivestono non possano sottrarsi. Mi sembrerebbe paradossale che chi tutela l’ordine pubblico non cerchi di mitigare le possibilità di contagio e che insegnanti e professori non diano un buon esempio di educazione civica”.

Abrignani si dice quindi favorevole a una ulteriore stretta. “Come non essere favorevole? Mi spiegano però che servirebbe una legge. La via che ora l’Italia sta seguendo per mitigare il rischio Covid è di ricorrere al passaporto verde esteso che impedisce quasi tutte le attività ludiche e sociali a chi non sia vaccinato o guarito da poco. Ed è un’idea che ci stanno copiando tanti in Europa. Mi auguro che il green pass assieme all’allargamento dell’obbligo ad altre categorie possa essere sufficiente per raggiungere il numero massimo di persone. Il virus ogni 3-4 mesi si presenta sotto forma di una nuova variante e richiede azioni ferme”.

(LaPresse)

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