Vaccini, arrivate 1,3 mln di dosi AstraZeneca. Raggiunta quota 300mila iniezioni

Foto Hannibal Hanschke / Pool via AP AstraZeneca COVID-19

ROMA – Nessuno stop, il piano nazionale di vaccinazione per il Covid-19 può andare avanti. Con l’arrivo all’hub nazionale della Difesa di Pratica di Mare di oltre 1,3 milioni di dosi del siero Vaxzevria prodotto da AstraZeneca le Regioni possono tirare un sospiro di sollievo e proseguire con prenotazioni e somministrazioni. Con il carico giunto alle porte di Roma si è concluso l’approvvigionamento del primo trimestre dell’anno.

Le dosi – dopo lo stoccaggio e la divisione in quote – sono state distribuite in tutta Italia con i vettori di Poste e della Difesa. Il nuovo apporto darà quindi continuità alla campagna che, secondo gli ultimi dati diffusi dal governo, ha fatto registrare il superamento di 10,5 milioni di somministrazioni a livello nazionale, circa 6 milioni delle quali nel solo mese di marzo.

L’obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno potrebbe essere centrato a fine mese

Il numero di punti vaccinali è salito a 2066 (incremento del 30% dall’inizio della campagna) e anche il ritmo delle somministrazioni sta crescendo. Una spinta in più arriverà grazie alle farmacie visto che Federfarma ha attivato le procedure per il reclutamento delle sedi in cui sarà possibile inoculare i vaccini.

“Il nuovo piano funziona e le Regioni, seguendo le indicazioni del governo, hanno iniziato a correre – ha sottolineato via social Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali -. Ieri abbiamo superato la soglia delle 300mila inoculazioni al giorno”.

Per Gelmini, maggio segnerà “il progressivo ritorno alla vita”. “Non facciamo promesse campate in aria – ha spiegato -, ma stavolta siamo davvero all’ultimo miglio, ecco perché dobbiamo tenere duro”. Anche perché ad aprile, come ricordato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, sono attese “nella peggiore delle aspettative” altre 8 milioni di dosi. Di queste, 400mila saranno del siero prodotto da Johnson & Johnson, che comincerà a consegnare in Italia da metà mese.

Insomma, scongiurato lo stop, si punta ad immunizzare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile. “Dobbiamo accelerare per evitare che il virus corra troppo e che emergano varianti più pericolose” di quella inglese e brasiliana, ha sottolineato il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, escludendo al momento l’ipotesi di effettuare il richiamo con un vaccino diverso da quello utilizzato per la prima dose.

Rezza ha poi risposto indirettamente al presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che ha chiesto di aggiustare le categorie da vaccinare perché ci sono lavoratori, come ad esempio i cassieri dei supermercati, obbligati a prestare un servizio necessario che ancora non sono vaccinati.

“Le raccomandazioni che aggiornano il piano vaccinale non prevedono più le categorie – ha ricordato Rezza -, ora c’è il criterio dell’età”. Si punta infatti a proteggere le persone più fragili dal punto di vista del rischio di finire in terapia intensiva. Una scelta che sta dando i suoi frutti visto che l’ultimo monitoraggio dell’Iss ha confermato una decrescita dei casi tra gli over 80 conseguenza proprio delle vaccinazioni.(LaPresse)

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