Zanin, riqualificazione ambientale per il Friuli dopo la calamità disastrosa di ottobre

in foto Piero Mauro Zanin

Trieste – “Fare di una calamità naturale così disastrosa come quella che a fine ottobre ha devastato il patrimonio boschivo di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige una occasione per intervenire con azioni di riqualificazione ambientale delle aree colpite“. Così esordisce il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, valutando positivamente l’incontro promosso dal collega del Trentino Alto Adige, Roberto Paccher, insieme con il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Walter Kaswalder, al quale ha partecipato anche il presidente dell’Assemblea legislativa del Veneto, Roberto Ciambetti.

E’ stato con questo obiettivo – specifica – che come presidenti dei Consigli delle nostre regioni ci siamo ritrovati a Trento per delineare una prospettiva comune delle regioni alpine del Nordest per superare l’emergenza legname provocata dall’ondata straordinaria di maltempo.

Un primo passo che ci ha consentito di individuare alcune linee di azione da offrire ora alla politica perché possano essere sviluppate concretamente“. “I 13 milioni di metri cubi di legname a terra nei nostri territori – aggiunge – sono una vera emergenza perché c’è il rischio concreto, evidenziato anche dai colleghi, che il valore del legname crolli non solo in tutto il nord Italia ma anche nei territori confinanti“.

Il fine comune è evitare speculazioni e mantenere il valore di mercato, e per fare questo – sottolinea Zaninsi deve operare con tempestività per creare infrastrutture per garantire l’esbosco del legno.

L’inverno ci permette di avere qualche mese per poter operare e recuperare il legname in primavera, ma si deve poterlo fare in sicurezza per chi lavora“.

In Friuli Venezia Giulia – prosegue – esiste una filiera del legno che va dal bosco fino all’utilizzo finale del materiale e abbiamo chiesto anche agli operatori di aiutarci a immaginare come intervenire.

Se riusciremo a realizzare un coordinamento che metta in rete i territori, potremmo davvero evitare il rischio di speculazione“.

Le nostre iniziative, naturalmente – conclude – vanno concordate con gli esecutivi regionali e provinciali, guardando anche alle possibilità di collaborazione in seno ai Gect: il nostro ruolo può essere molto utile per raccordare le nostre comunità e dare voce ai territori, alle centinaia di aziende danneggiate, ai lavoratori locali“.

Ulteriori confronti prossimamente anche sul piano tecnico

I primi passi concreti – si legge in una nota della Regione – puntano a studiare le possibilità di stoccaggio a medio termine, a favorire il reimpianto del bosco dove necessario e la riconversione a pascolo dove possibile. (LaPresse)

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