Commercio estero, Coldiretti: Record storico cibo lombardo a quota 7 mld

Milano, 16 mar. (LaPresse) – E’ record storico per l’export agroalimentare lombardo nel mondo, che nel 2017 tocca i 7 miliardi di euro, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale sui dati Istat relativi al commercio estero nel 2017. Oltre i due terzi delle esportazioni (70%) – sottolinea la Coldiretti – interessano i Paesi dell’Europa, con un aumento del l’8,3% rispetto al 2016, ma l’agroalimentare lombardo cresce soprattutto in Asia (+72%), dove si registra il boom del Giappone, che è passato dai 313 milioni di euro del 2016 agli oltre 700 milioni dello scorso anno, con un incremento del 124%, e dove la Cina ha importato 70 milioni di euro di prodotti agroalimentari lombardi nel 2017 contro i 58 milioni dei dodici mesi precedenti (+20,7%). Nel complesso, le esportazioni in Asia rappresentano il 17% del totale dell’export di cibo Made in Lombardy nel mondo.

 Nonostante l’embargo ancora in vigore, aumentano le esportazioni verso la Russia: 96 milioni di euro nel 2017 (+43%). In Europa segno positivo anche per i prodotti alimentari lombardi in Francia con 881 milioni di euro (+7%), Germania con 700 milioni di euro (+5%) e Gran Bretagna con 525 milioni di euro (+2%). Negli Stati Uniti ancora senza dazi le esportazioni hanno raggiunto i 538 milioni di euro (+13%). Crescono anche Centro e Sud America con 90 milioni di euro (+11%).

“L’export continua a rappresentare una carta fondamentale per agganciare la ripresa, ecco perché dobbiamo scongiurare guerre commerciali che rischiano di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia italiana e sulle relazioni internazionali – spiega Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Lombardia -. E’ arrivato anche il momento, dopo 4 anni di embargo, di revocare le sanzioni alla Russia, perché è vero che nel 2017 c’è stata una crescita dell’export di cibo lombardo verso Mosca, ma ben al di sotto di quelle che potrebbero essere le potenzialità di quel mercato per il Made in Italy”.

 

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