2 giugno, parata tra inclusione e polemiche. E Salvini attacca il ministro Trenta

Le tensioni tra Viminale e Difesa sono cosa nota e partono da molto lontano

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 29-05-2019 Roma Politica Camera dei Deputati - Matteo Salvini alla riunione dei gruppi parlamentari della Lega Nella foto Matteo Salvini Photo Roberto Monaldo / LaPresse 29-05-2019 Rome (Italy) Chamber of Deputies - Matteo Salvini at the meeting of the parliamentary groups of the Lega party In the pic Matteo Salvini

ROMA – Sarà ricordata come la parata delle contestazioni e delle defezioni. Ma anche dell’ennesimo attacco di Matteo Salvini al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. La stoccata arriva da Potenza con il vicepremier che conferma: “Alla parata del 2 giugno ci sarò e sarò al fianco delle forze armate, e credo che sia dovere di un ministro essere sempre e comunque al fianco delle proprie donne e dei propri uomini. Se qualcuno non c’è, evidentemente, è perché non ha sentito sempre questa presenza e questa vicinanza”.

Le tensioni tra il Viminale e la Difesa

Le tensioni tra Viminale e Difesa sono cosa nota e partono da molto lontano. La diversità di vedute tra Trenta e Salvini, in merito alle operazioni di salvataggio della Marina militare dei migranti, hanno fatto entrare infatti la Trenta nella rosa di nomi per un eventuale rimpasto, insieme a Danilo Toninelli, Giulia Grillo e Sergio Costa.

Le accuse al ministro Trenta

Sulla parata di domenica, però, la Trenta si è ritrovata bersagliata e accusata anche dalle opposizioni di aver “umiliato” le forze armate. Il buonismo, o presunto tale, del ministro, unito alle risorse mancate o mancanti al comparto delle forze armate, hanno innescato una lunga scia di polemiche, accesa da Isabella Rauti nell’aula di palazzo Madama. La senatrice di Fdi aveva infatti definito la parata del 2 giugno “peace and love”.

La provocazione in aula che ha acceso la polemica

Provocazione a cui la Trenta ha replicato nell’emiciclo con “peace and love a lei…”, mimando un gesto che la stessa presidente Casellati ha mal interpretato (come il gesto delle corna, ndr) ed etichettato “non idoneo a quest’aula”. Questo l’antefatto che ha acceso la miccia, a cui poi hanno fatto seguito le dichiarazioni di ex generali che hanno annunciato la volontà di non partecipare alla sfilata. Per esempio il generale Mario Arpino, Leonardo Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica, e Vincenzo Camporini, capo di stato maggiore della Difesa, in chiaro dissenso nei confronti delle politiche adottate dal ministero sui tagli alle pensioni.

“Troppe le disattenzioni del governo nei confronti dei temi della Difesa – scrive Camporini – spesso snaturata con una ipocrita enfasi sul ‘dual use’, a partire dalla perdurante mancata presentazione del ‘decreto missioni’, dalla sostanziale paralisi delle attività amministrative per l’ammodernamento dei mezzi, da dichiarazioni di vuoto pacifismo del presidente del Consiglio e potrei continuare”.

La linea dell’ex ministro della Difesa

A sostenere le proteste degli ex militari in primis Ignazio La Russa che conferma la sua assenza perché “si può stare dalla parte dei nostri uomini e delle nostre donne con le stellette senza necessità di stare in quella tribuna, seguendo la sfilata tra la gente o in altra tribuna o anche in tv per chi non è a Roma”. Per l’ex ministro della Difesa, infatti, è “giusto dare un segno di visibilità all’insofferenza dei militari di ogni ordine e grado verso questa ministra e la sua politica contro le forze armate. Credo che questo obiettivo sia stato raggiunto”.

Le dichiarazioni della leader di Fdi

Anche Giorgia Meloni si allinea e confessa di non essere stata invitata alla sfilata, ma che “tanto non ci sarei andata”. “Non è più possibile ignorare la vergognosa gestione della Difesa da parte del ministro Elisabetta Trenta – attacca -. Non ultimo il tentativo di trasformare la tradizionale rivista su via dei Fori Imperiali in uno strumento di propaganda anti-militarista, ad uso e consumo della dialettica interna tra le forze di Governo”.

(LaPresse/di Donatella Di Nitto)

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