Cosenza, evasione: sequestro beni per 1,6 mln ad azienda

Cosenza, 18 apr. (LaPresse) – Militari del gruppo della guardia di finanza di Sibari (Cosenza) in esecuzione di un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca anche per equivalente, emesso dal gip presso il Tribunale di Castrovillari hanno sottoposto a vincolo cautelare beni e disponibilità finanziarie, nei confronti di una società, operante nel settore dei trasporti, del suo legale rappresentante e del consulente fiscale nonché depositario delle scritture contabili.

Il sequestro, avvenuto nelle due sedi aziendali di Cassano allo Ionio (CS) e San Stino di Livenza (VE), si pone come conseguenza di una complessa e articolata attività di polizia economico-finanziaria, condotta dalle fiamme gialle, nei confronti della società in argomento, a conclusione della quale emergevano elementi probatori certi in ordine a una consistente frode fiscale caratterizzata, in particolare, dall’utilizzo di crediti Iva, fittizi e/o inesistenti, all’uopo precostituiti e utilizzati in compensazione di imposte e contributi Inps dovuti.

Al termine dell’attività, il legale rappresentante della società è stato denunciato a piede libero per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, Indebita compensazione di crediti IVA inesistenti), e il consulente fiscale per dichiarazione infedele e indebita compensazione. Il sequestro nei confronti degli indagati ha riguardato beni mobili, immobili, denaro e altre utilità per un ammontare complessivo di oltre 1,6 milioni di euro.

Gli accertamenti analitici, condotti dai finanzieri di Sibari hanno consentito, infatti, di rilevare come il programma delittuoso sia stato creato ad hoc e messo in atto già all’indomani dell’avvio dell’attività imprenditoriale, avvenuta nel mese di dicembre 2012, e portato avanti nel corso delle successive annualità d’imposta, grazie a una serie di annotazioni contabili inesistenti, realizzate anche attraverso l’utilizzo di false fatturazioni. Si è rilevato, infatti, che tali annotazioni, pur facendo riferimento a rilevanti acquisti di beni strumentali all’attività d’impresa, grazie a una serie di ulteriori ‘alchimie contabili’, predisposte dal consulente fiscale della società, non influenzavano, in alcun modo, il risultato d’esercizio dell’impresa ai fini del reddito, ma avevano quale unico obiettivo quello di alimentare indebitamente il credito Iva annuale.

– Al termine delle attività di sequestro, che hanno interessato le province di Cosenza, Salerno, Venezia e Treviso, sono stati cautelati complessivamente 28 automezzi (autovetture, motrici e semirimorchi), 2 unità immobiliari (una villetta e un terreno), quote societarie e conti correnti.

Per le condotte illecite tenute, gli indagati rischiano ora una condanna fino a sei anni di reclusione.

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