Ior, peculato e autoriciclaggio: Caloia a processo in Vaticano

R0BERTO MONALDO/LAPRESSE NELLA FOTO ANGELO CALOIA

Città del Vaticano, 8 mag. (LaPresse) –

Peculato e autoriciclaggio. Con queste accuse lo storico ex presidente dello Ior, Angelo Caloia (78 anni), e il suo legale di fiducia, Gabriele Liuzzo (94 anni), finiscono a processo in Vaticano.

Nel dettaglio i due, tra il 2001 e il 2008, avrebbero ‘svenduto’ una parte importante del patrimonio immobiliare dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior) con un danno patrimoniale superiore ai 50 milioni di euro.

L’udienza, fissata inizialmente per il 15 marzo, è stata rinviata al 9 maggio alle 9 “su richiesta dei difensori degli imputati e degli avvocati dello Ior”, aveva fatto sapere il portavoce della Santa Sede, Greg Burke.

L’ex numero uno dell’Istituto era stato oggetto di una parte del volume ‘Vaticano S.p.a.’ scritto dal giornalista processato e prosciolto in Vaticano nel 2016 Gianluigi Nuzzi. Con le carte segrete di monsignor Renato Dardozzi – prima il consigliere del cardinale Casaroli, poi del segretario di Stato Sodano – il libro risale a un intreccio di scandali finanziari e politici che probabilmente ha accelerato le dimissioni di Caloia, in carica per vent’anni.

L’indagine era partita nel 2014, dopo una denuncia presentata dallo stesso Ior, che nel processo infatti si costituisce parte civile. Caloia in questi anni si è sempre dichiarato non solo innocente, ma anche vittima di operazioni architettate da altri.

A dare per primo la notizia dell’avvio del processo era stato lo stesso Istituto, con una nota in cui l’operazione veniva definita “un importante passo che conferma, ancora una volta, l’impegno profuso negli ultimi quattro anni dal management, per attuare una governance forte e trasparente nel rispetto dei più rigorosi standard internazionali e la volontà dell’Istituto di continuare a perseguire, attraverso il ricorso alla giurisdizione

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