Pd, sale l’insofferenza verso Renzi, possibile corsa a tre per sostituirlo

Critiche da Veltroni e Boccia, Martina si candida alla segreteria e sabato chiederà il mandato per arrivare al congresso

ROMA (Renato Casella) Renzi resta sulla scena nonostante le “non dimissioni” e nel Pd sale l’insofferenza verso l’ex premier, che non si è certo cosparso il capo di cenere dopo il risultato elettorale. Nei giorni scorsi era stato Walter Veltroni, ex sostenitore del politico fiorentino, a rimproverare la mancata riflessione sul risultato del referendum. Esito che ha poi portato alla disfatta alle Politiche. Il reggente del partito Maurizio Martina ha annunciato che si candiderà alla segreteria del partito, precisando che il congresso deve svolgersi l’anno prossimo e proponendo un anno di lavori per rifondare il Pd.

Un anno di tempo per riscrivere il programma Pd

L’anno di tempo chiesto da Martina dovrebbe servire per riscrivere il programma e i fondamenti sociali del Pd. Sabato prossimo Martina chiederà il mandato per arrivare al congresso. In quella occasione si sfideranno un renziano doc – probabilmente Matteo Richetti – e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, con Martina come possibile “terzo incomodo”.

Boccia: archiviare il renzismo

Nelle scorse ore è stato Francesco Boccia, capogruppo Pd in commissione speciale alla Camera, intervistato da Radio Radicale, a rilasciare dichiarazioni importanti. “Ogni stagione politica ha la sua storia, quella del renzismo è una stagione già raccontabile. Ed è per questo che l’apertura della prossima assemblea decisa da Renzi, volendo indicare addirittura la rotta per il futuro, non potrà che partire dall’archiviazione del renzismo che ha fatto male al Pd e allo stesso Renzi”.
Boccia ha ancora notato che “quando le fasi sono così complesse non servono più le mediazioni, serve andare a un sano conflitto politico per poi ricostruire, rigenerare e ripartire con una passione politica che i nostri militanti dopo l’ultima sonora sconfitta rischiano di aver perso”. Al di fuori del “giglio magico”, insomma, le simpatie per Renzi sono scarse.

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