Inchiesta sulle Ong verso l’archiviazione. Tra sospetti e intercettazioni inutilizzabili. Nel fascicolo nessuna prova del legame tra scafisti e volontari

I sospetti del procuratore Zuccaro avevano diviso magistrati e politici. L'indagine sulle Ong ora sembra aver imboccato un vicolo cieco

Foto Roberto Monaldo / LaPresse03-05-2017 Nella foto Carmelo Zuccaro al suo arrivo al Senato

CATANIA – Ha diviso magistrati e politici. Ma prima ancora di produrre effetti giudiziari, l’inchiesta sulle Ong, ormai, ha imboccato un vicolo cieco: qualche sospetto e materiale non utilizzabile in giudizio. Insomma, zero prove. La Procura di Catania, infatti, sarebbe intenzionata ad archiviare l’indagine. A diffondere la notizia è stata Antonio Massari de Il Fatto Quotidiano. Le accuse formulate dagli inquirenti (associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) non hanno trovato riscontri.

L’imbeccata dalla Marina

L’inchiesta, ha spiegato il Fatto, prende il via nel 2016. L’imbeccata ai magistrati di Catania arriva dalla Marina Militare. Niente di ufficiale, nessuna informativa: quelle voci ‘però’ vengono comunque raccolte dal procuratore Carmelo Zuccaro che decide di approfondire la vicenda.

Ma la ‘sostanza’ dell’attività investigativa è basta su materiali inutilizzabili in giudizio: dialoghi registrati che attestano i contatti tra scafisti e alcuni volontari delle Ong (ma non certificano condotte illecite). E quelli che potrebbero innescare ipotesi di reato sono basate su metodi investigativi sperimentali, come le intercettazioni via ‘etere’. Ma renderle credibile, cioè identificare in quelle captazioni con estrema certezza gli interlocutori, almeno per il momento, non è un’operazione fattibile.

Resta Tarpani

Se Catania, come ha annunciato Il Fatto, archivierà l’inchiesta, in piedi resterebbe solo quelle di Trapani, nella quale però non viene constatata l’associazione a delinquere ma sono al vaglio degli investigatori le singole condotte di alcuni volontari delle Ong.

Indagini a parte, rimane la questione politica. La gestione del flusso di immigranti. Oggi Salvini, commentando il ritorno in acqua della nave Aquarius ha il vicepremier, ha ribadito l la sua posizione: “Non vedrà mai un porto italiano”.

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