Il procuratore: possibili indagini su chi aveva obblighi di manutenzione. Atlantia dei Benetton crolla in borsa, ma batte cassa: se ci cacciate vogliamo il risarcimento

La famiglia Benetton giudica ingiusto il comportamento del Governo: vuole il rimborso previsto "in ogni caso" dal contratto stipulato con lo Stato

GENOVA – I corpi delle vittime sono nell’obitorio di San Martino di Genova. Alcuni, invece, si trovano ancora sotto le macerie. Ma il mondo degli affari si muove in autonomia. Segue altre logiche, altri tempi. Così mentre l’Italia piange i morti e della tragedia ligure, Atlantia, la società della famiglia Benetton che controlla Autostrade per l’Italia, cerca di tutelare i propri interessi. Prova a difendersi dagli attacchi (prima) dei mercati e (poi) dal Governo.

La Atlantia vuole un risarcimento per la revoca della concessione

Questione di soldi, e bisogna sbrigarsi per risolverla in fretta, anche quando di mezzo ci sono 39 morti e centinaia di sfollati. Dopo il crollo del ponte Morandi, il Governo ha annunciato la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia che gestisce il tratto collassato (e la metà – 3mila chilometri – di tutta la rete). In borsa il titolo di Atlantia è crollata a picco: ha perso il 19,46 percento.

Ma se revoca ci sarà i Benetton non vogliono lasciare a costo zero: chiedono un risarcimento, proprio come prevede il contratto.

Salvini continua a cercare il capro espiatorio

Dura la stoccata di Matteo Salvini, affidata ad un post pubblicato su Twitter. Il vicepremier della Lega ha attaccato la corsa agli interessi della holding di Autostrade. “Atlantia riesce ancora, con faccia di bronzo incredibile e con morti ancora da riconoscere, a parlare di soldi e di affari, chiedendo altri milioni agli italiani in caso di revoca della concessione da parte del Governo dopo la strage di Genova”, ha scritto Salvini. “Dall’alto dei loro portafogli pieni (e dei loro cuori vuoti) chiedessero scusa e ci dessero i nomi dei colpevoli del disastro che devono pagare. Il resto non ci interessa“, ha concluso il ministro degli Interni.

Il procuratore di Genova: “Responsabilità umane”

Non mi si parli di fatalità, non si parli di cattiva sorte, di accidentalità. Le responsabilità sono umane e noi le cercheremo“. Lo ha detto il procuratore di Genova Francesco Cozzi, che ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio plurimo colposo. Stamattina il numero uno degli inquirenti ha tenuto un lungo incontro con i sostituti che stanno indagando sull’accaduto. Sono tre le ipotesi di reato (contro ignoti, per ora): attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio plurimo e disastro colposo.  “L’incidente probatorio se verrà fatto – ha raccontato Cozzi a Sky Tg 24 – si terrà quando saranno individuate le possibili cause del crollo del ponto. L’attività investigativa potrebbe riguardare anche i profili degli obblighi di manutenzione del concessionario”. Per accertarsi di come siano andati veramente i fatti, saranno utilizzati i filmati “delle videocamere puntate sulla galleria dell’aeroporto. Le abbiamo acquisite. Possono aiutare a capire varie cose: quante macchine e camion c’erano lassù al momento del crollo e forse anche la dinamica di quanto è accaduto“, ha concluso Cozzi.

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