“Fragnoli voleva uccidere Augusto La Torre”. Le lettere ‘cifrate’ del boss dal carcere sardo

I Chiuovi avrebbero voluto sfruttare il caos della mafia locale per acquisire potere. E dal progetto teorico, stando a quanto riferito dal pentito alla Dda, passarono ai fatti. L'attivismo dei La Torre, secondo il pentito Pagliuca, preoccupava Fragnoli

Augusto La Torre

MONDRAGONE – Era una macchia da lavare. Per tornare in gioco bisognava rassicurare le altre cosche. Augusto La Torre non era più un pentito. Ma serviva convincerle. E per farlo il fratello Antonio avrebbe voluto incontrare Donato Pagliuca.

Effetto ‘Pagliuca’

I presunti tentativi di riorganizzazione dei Chiuovi sono emersi proprio grazie alla recente collaborazione con la giustizia di Donato Pagliuca. “Mio cugino, Mario Pagliuca, – ha raccontato l’ex affiliato – aveva stretto rapporti proprio col fratello di Augusto che nel frattempo era stato scarcerato e sottoposto a sorveglianza speciale”.

Donato Pagliuca

Alcune persone vicine al germano del boss gli chiesero di organizzare un incontro. “Mi riferirono che Antonio La Torre aveva intenzione di vedermi per poter riorganizzare il clan. Gli risposi che avrei potuto accettare solo se avesse tagliato la testa al fratello. Ma Pietro La Torre, detto ‘gamba di legno’– ha spiegato Pacifico – chiarì che Augusto nelle sue dichiarazioni aveva ‘preservato’ alcune famiglie e che era sua intenzione una volta scarcerato riprendere appunto i contatti con il clan”.

Dalla teoria ai fatti

I Chiuovi avrebbero voluto sfruttare il caos della mafia locale per acquisire potere. E dal progetto teorico, stando a quanto riferito dal pentito alla Dda, passarono ai fatti. “Alla fine del 2014 nel periodo di Natale – ha raccontato Donato Pagiuca alla Dda – ho saputo da Costantino Caudillo che Tiberio La Torre stava aprendo in autonomia una piazza di spaccio di cocaina e crack concorrente a quella già gestita dal clan. Ritenni opportuno verificare quest’informazione. Organizzai un finto acquisto di stupefacente. La cocaina fu materialmente consegnata al nostro acquirente da Tiberio”.

Antonio La Torre
“Lo sgarro dei La Torre”

Lo sgarro, secondo il pentito, andava punito. “Riferii la circostanza a Vincenzo Gallo di Sessa Aurunca con il quale concordammo la necessità di un intervento intimidatorio, una gambizzazione o pestaggio ai danni di Tiberio La Torre”. I due avrebbero individuato pure l’esecutore materiale dell’aggressione: “Era Pietro Esposito detto ‘Pierino della Sanità’. E’ stato ucciso poco tempo fa in un agguato”, ha precisato Pagliuca. A bloccare l’operazione punitiva però fu la cattura del mondragonese. “Sono stato arrestato nuovamente nel gennaio del 2015 e quindi l’intento intimidatorio nei confronti di Tiberio non è stato portato a compimento”.

Ma a Pagliuca le notizie sui presunti movimenti dei La Torre arrivavano anche in carcere. “Nell’estate del 2015 ho appreso che Tiberio aveva contattato il custode di un condominio chiedendo quali erano le ditte che si occupavano della manutenzione e delle pulizie perché, a suo dire, queste aziende avrebbero dovuto pagare a lui un’estorsione per poter continuare a lavorare”. Secondo Pagliuca il figlio del capoclan dei Chiuovi aveva tentato di inserirsi anche nel settore delle slot chiedendo il pizzo sulle loro istallazioni.

Giacomo Fragnoli
Le lettere ‘cifrate’ di Fragnoli

Il presunto attivismo dei La Torre preoccupò perfino Giacomo Fragnoli. “Mi disse che qualora fossi uscito dal carcere avrei dovuto subito provvedere ad allontanare Tiberio e la madre di Augusto, Paolina Gravano, da Mondragone. Successivamente – ha aggiunto Pagliuca – Fragnoli fu portato a Badu ‘e Carros e mi mandò alcune cartoline nelle quali con linguaggio cifrato, che avevamo già concordato, mi chiedeva notizia sulla situazione. La frase per riferirsi a Tiberio e alla sua famiglia era: ‘Dammi notizie di mio cugino che si è sposato’. Gli risposi di non aver avuto ulteriori notizie”. Pagliuca, due anni fa, al pm Alessandro D’Alessio ha rivelato anche l’ intenzione ‘drastica’ del boss Fragnoli: eliminare definitivamente il problema ‘Chiuovi’. “Nel corso dei nostri incontri in carcere posso solo aggiungere di aver appreso che era sua intenzione di uccidere Augusto La Torre”.

Le inchieste sui La Torre

Augusto La Torre a metà settembre dovrà comparire davanti al tribunale di Napoli con l’accusa di duplice omicidio. Secondo l’Antimafia avrebbe ordinato l’esecuzione dei cugini Teodoro e Cosimo De Rosa (clicca qui). Il gup fra due settimana dovrà decidere se rinviarlo o meno a giudizio.

Il figlio Francesco Tiberio, invece, con lo zio Antonio e altri due imputati, invece, affronterà l’udienza preliminare con l’accusa di armi (aggravata dalla finalità mafiosa) ad inizio ottobre.

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome