Scontro Di Maio-Malagò sulle Olimpiadi 2026

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Giovanni Malagò

Milano – La strada per le Olimpiadi invernali 2026 si fa in salita. Quasi come un sentiero di montagna, ma uno di quelli stretti, che fa paura. Dal Governo arrivano solo picche e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, stenta a crederci, magari rivivendo anche l’incubo di Roma 2024.

Il sindaco Appendino lancia la sfida al tandem Milano-Cortina

Intanto, mentre il governatore Sergio Chiamparino sogna di far rientrare dalla finestra le montagne piemontesi, rimediando alla posizione della sindaca Chiara Appendino, che alza la posta e lancia la “candidatura unitaria e compatta di Torino”, il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, propone il tandem della metropoli che guida con Cortina.

Una partita molto delicata dalle parti di Palazzo Chigi

Da una parte, c’è il vicepremier pentastellato, Luigi Di Maio, che mette i paletti: “Se Veneto e Lombardia vogliono vadano avanti, ma lo Stato non deve metterci un euro“.

“Ogni altra strada che volesse l’appoggio del Governo non è percorribile

Dall’altra, ecco spuntare le parole che sanno un po’ di apertura del sottosegretario leghista con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti. “Sarei l’uomo più felice del mondo se potessi riunire le tre città attorno allo stesso tavolo per riprende il discorso sulle Olimpiadi“.

E il controcanto è rappresentato dal capo dello sport italiano, che non crede quasi ai suoi occhi: “Noi italiani siamo particolari e non riusciamo a fare una cosa normale“. Poi avverte: “Il mancato appoggio del governo sicuramente complica tutto“. Malagò, in fin dei conti, si pone anche questa domanda: “Se una si fa indietro, perché devono rinunciare anche le altre due?“.

Il numero uno del Coni auspica un ripensamento dalle parti della Mole

Ma il messaggio che arriva da Appendino, in linea con le posizioni pentastellate che stanno riportando in una dimensione provinciale una città rinvigorita dai Giochi di Torino 2006, è piuttosto chiaro: “Per me è fondamentale e imprescindibile che sia fatta la massima e totale chiarezza su chi finanzia l’evento e come.

Non si prendono impegni a scatola chiusa

Se si vuole portare avanti l’ipotesi di Olimpiadi senza fondi statali ma sostenute da Regioni e privati si chiarisca prima chi mette quanto, altrimenti è da irresponsabili andare avanti alla cieca. 

La sindaca alza la posta e sfida il Governo

Chiede di esprimersi “chiaramente sulla candidatura unitaria e compatta di Torino e delle sue montagne, l’unica veramente sostenibile e sensata.

#Torino2026 candidatura naturale per il Paese

Più prudente, sempre in Piemonte, Chiamparino, intenzionato a lasciare una fiammella accesa: “Se c’è la volontà politica del Governo e se il Coni è d’accordo, si può ricostituire il tavolo a tre e ci sono le condizioni per discutere della candidatura“.

Sembra che la partita per le Olimpiadi 2026 sia tutto un altro film

Mi aspetterei che chi governa il Paese – è il monito ai giallo-verdi di Sala – avesse una visione di lungo periodo e considerasse un grande evento un investimento, e non una spesa che toglie soldi ad altri. L’appoggio del Governo per le regole del Cio ci deve essere, per i fondi io non mi fascerei la testa, c’è tempo“.

Il sindaco non vuole sentire parlare di “giochino politico”

E chiarisce: “C’è da prepararsi e, siccome a inizio ottobre c’è un passaggio fondamentale a Buenos Aires dove bisogna essere convincenti sul progetto, sulle garanzie e sull’appoggio del Governo, non c’è un giorno da perdere“. Anche se la strada verso le Olimpiadi 2026 con l’Italia protagonista si fa sempre più in salita.

 

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