Pedofilia, il Papa ‘spreta’ due vescovi cileni. La S.Sede: “Decisione senza appello”

Il provvedimento è stato preso in conseguenza dei gravi indizi di abuso su minori

Le udienze di Papa Francesco (Foto Osservatore Romano/LaPresse)

CITTA’ DEL VATICANO (LaPresse) – Oltre alle dimissioni dall’episcopato, in Cile arrivano le prime dimissioni dallo stato clericale. Dopo l’ex sacerdote Fernando Karadima, 90enne al centro dello scandalo abusi nel Paese sudamericano, Papa Francesco ‘spreta’ anche due vescovi. Francisco José Cox Huneeus, arcivescovo emerito di La Serena e membro dell’Istituto dei Padri di Schoenstatt (che non dovrà abbandonare). E Marco Antonio Órdenes Fernàndez, vescovo emerito di Iquique.

I provvedimenti della Santa Sede

In entrambi i casi, fa sapere la Santa Sede, è stato applicato il motu proprio ‘Sacramentorum Sanctitatis Tutela’. Come conseguenza di gravi indizi di abuso su minori. “La decisione adottata dal Papa non ammette appello”, afferma il Vaticano. Aggiungendo che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha già informato i superiori dei sacerdoti.

Udienza privata di papa Francesco con il presidente cileno

Nello stesso giorno, il Pontefice argentino ha ricevuto in udienza privata nello studio del Palazzo apostolico il presidente cileno, in carica da marzo scorso, Sebastiàn Piñera Echenique. Con lui, si apprende, si è soffermato sulla difesa della vita e sulla “dolorosa piaga degli abusi contro i minori”. Ribadendo l’impegno di tutti alla collaborazione per combattere e prevenire le violenze e il loro insabbiamento.

In programma un maxi-vertice sul contrasto alla pedofilia

Così Bergoglio, all’indomani delle dimissioni del cardinale arcivescovo di Washington, Donald Wuerl, si prepara all’appuntamento più importante: il maxi-vertice sul contrasto alla pedofilia con tutti i presidenti delle conferenze episcopali del mondo, che si terrà in Vaticano dal 21 al 24 febbraio prossimo.

A maggio scorso hanno consegnato in blocco le loro dimissioni al Papa. Dopo l’ultima decisione, assicurano di muoversi per un “rinnovamento della Chiesa” e di essere a completa disposizione del Pontefice “lavorando con zelo, sostenuti da gruppi di laici e consacrati”. E, ancora una volta, chiedono scusa. Alle vittime, alle loro famiglie e a tutta la comunità: “perdono – scrivono – in nome dei prelati e della Chiesa”.

di Maria Elena Ribezzo

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