ROMA – Era successo al Senato, scatenando mezza rivolta nel Movimento 5 Stelle, si ripete alla Camera. Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto legge Sicurezza. In precedenza l’aula della Camera ha votato a favore dell’interruzione della discussione generale con 301 sì è 99 contrari. Applausi dai banchi leghisti e pentastellati. Fischi dall’opposizione.
Fdi si smarca
Sul documento il governo non potrà contare sul sostegno di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia, infatti, voterà contro la questione di fiducia. In Senato le cose erano andate diversamente, con l’astensione di Fdi. Stavolta, però, i numeri della maggioranza sono ampi e non lasciano possibilità di clamorose sorprese, quindi Meloni può smarcarsi con più semplicità. In ogni caso sul voto finale al provvedimento (alla Camera si può, a differenza di Palazzo Madama, esprimersi sia sulla fiducia al governo che sull’atto in questione) ci sarà una discussione interna.
La sinistra tuona
Infuriata la sinistra. Il Pd grida “Vergogna”, in aula. Leu rilancia: “Come prima, più di prima, peggio di prima: ovvero il governo Salvini-Di Maio. Mettono la fiducia, come facevano il Pd e i governi Renzi e Gentiloni, infischiandosene del Parlamento: hanno paura che le loro leggi o siano bocciate o siano migliorate nelle aule”, tuona il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Il voto si terrà domani a partire dalle 17, le dichiarazioni inizieranno 75 minuti prima.