La sonda InSight approda su Marte: già arrivate le prime immagini del pianeta rosso

Nella serata italiana la prima fase della missione è andata a buon fine. Nel progetto anche un pizzico di Italia: "Presente anche un microprocessore sviluppato nel nostro Paese".

(150326) -- WASHINGTON, March 26, 2015 (Xinhua) -- Modeled image released by U.S. space agency NASA shows a spacecraft capturing a boulder from a larger asteroid. NASA announced on March 25, 2015 that it has chosen to capture a boulder from a larger asteroid rather than move a single smaller asteroid for its ambitious Asteroid Redirect Mission (ARM) that will test capabilities needed for future human expeditions to Mars. (Xinhua)

HOUSTON – Sono stati solo sette minuti. Ma “sette minuti di terrore” che hanno tenuto col fiato sospeso il Jet propulsion laboratory della Nasa che ha seguito in diretta la discesa di InSight su Marte.

Missiune compiuta, per ora

La sonda dell’Agenzia spaziale americana ha percorso 480 milioni di chilometri nello spazio dal giorno del suo lancio – avvenuto il 5 maggio scorso dalla base di Vandenberg, in California – ed è entrata nell’atmosfera del Pianeta rosso poco prima delle 21. E dopo sette minuti si è poggiata sul terreno di Marte.

I primi frutti

Intorno alle 2 di stanotte si saprà anche se ha aperto i suoi pannelli solari, ma nel frattempo ha già inviato la sua prima foto. Un’immagine nebbiosa, probabilmente a causa della polvere creata dall’atterraggio, ma in cui si vede l’orizzonte. Sette anni di lavoro, sette mesi di viaggio nello spazio e sette minuti di angoscia.

I precedenti

È la prima volta da sei anni che una sonda si poggia su Marte, questa volta in una missione in cui la Nasa ha investito circa un miliardo di dollari allo scopo di studiare il pianeta rosso. Nel 2012 vi arrivò il veicolo Curiosity, sempre dell’agenzia americana, l’unico ancora attivo su questo pianeta. Solo gli Stati Uniti sono riusciti a farvi arrivare dei robot. Russia ed Europa non ce l’hanno fatta. L’ultima sonda a essersi schiantata è la Schiaparelli dell’Esa, nel 2016. Tutte le delicate fasi si sono svolte come previsto.

L’atterraggio

InSight si è avvicinata all’atmosfera di Marte alle 11.47 ora della California (le 20.47 in Italia), in modo molto obliquo per evitare di disintegrarsi. Il solo sfregamento con l’atmosfera comporta un aumento della temperatura rapidamente a 1.500°C, ma la sonda era al riparo in uno scudo termico rinforzato. La navicella poi si è spostata a circa 20mila chilometri orari, quattro volte più veloce di un proiettile di fucile, per mirare a un rettangolo di 10 chilometri su 24 chilometri. In relazione al suo punto di partenza sulla Terra, a 480 milioni di chilometri di distanza, “è come centrare un obiettivo a 130mila chilometri di distanza”, ha sottolineato la Nasa. Quattro minuti e un centinaio di chilometri più avanti, un paracadute si è aperto automaticamente, frenando la discesa.

Una volta lasciato cadere lo scudo termico, il carrello ha aperto le sue tre gambe e il paracadute si è staccato. Alle 20.54, circa sette minuti dopo il primo contatto con l’atmosfera, InSight è atterrata su Marte. In questo lasso di tempo, descritto da alcuni come “i sette minuti di terrore”, niente avrebbe potuto aiutare InSight a correggere la traiettoria o a rimediare a un eventuale fallimento. Ma il capo del progetto InSight per la Nasa, Tom Hoffman, e i suoi colleghi, hanno potuto tirare il fiato. La sonda si è posata, intatta e ben fissata suoi suoi tre piedi.

Il programma di lavoro

InSightavrà un programma di lavoro molto fitto. Dovrà ascoltare e scrutare l’interno di Marte per provare a svelare i misteri della sua formazione, risalente a miliardi di anni fa. Conoscenze che permetteranno in un secondo tempo di comprendere meglio la formazione della Terra, il solo pianeta roccioso di cui finora si sia realmente studiata la parte interna. InSight è equipaggiata con un sismometro di realizzazione francese, Seis, che verrà posto direttamente sul terreno di Marte e ascolterà le sue vibrazioni. Onde di shock dei meteoriti, terremoti, rottura di strati rocciosi, forse anche movimenti di magma profondo. Altro strumento importante a bordo, tedesco, è l’HP3, che somiglia a una talpa legata con un laccio al carrello. Scaverà buche da 3 a 5 metri di profondità sotto la superficie di Marte, per rilevare la temperatura.

Orgoglio nostrano

Ma sulla sonda c’è anche un po’ di Italia. “L’impegno italiano, anche grazie all’Agenzia Spaziale Italiana, in questa contesto è elevato e siamo in prima linea nell’esplorazione di Marte. Potremmo dire che non c’è sonda che studi Marte senza il contributo italiano”, ha detto il commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana Piero Benvenuti. “A bordo del lander di Insight è presente Larri, un microriflettore di ultima generazione sviluppato dall’Infn con il supporto dell’Asi, fornirà la posizione accurata del lander durante l’esplorazione di Marte. Non posso poi non ricordare il coinvolgimento della Sardegna Deep Space Antenna, la grande parabola sarda del radiotelescopio Srt, che ha ricevuto i dati e seguito le fasi di atterraggio di InSight. La sonda Usa apre la strada alle due successive missioni marziane. ExoMars 2020, missione dell’Esa a guida italiana scientifica e industriale e quella sempre statunitense Mars2020. Entrambe porteranno sul suolo del pianeta rosso un rover. In particolare ExoMars studierà per la prima volta il sottosuolo marziano fino a 2 metri nella speranza di trovare tracce di una evoluzione biologica passata o presente. Tutto quel che riusciamo a scoprire del pianeta più simile alla Terra ha una valenza scientifica e filosofica di grande portata per tutti noi”.

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