Tagli all’editoria, Sensi: “Eseguiti da cecchini per colpire i ‘nemici’. Radio Radicale e giornali locali in ginocchio”

Da Brunetta voto favorevole alla proposta del democrat: "Bisogna ripristinare i finanziamenti"

ROMA – Divergenze, scontri, visione diverse, a volte quasi opposte. Nei primi 8 mesi di governo, tra Lega e Cinque Stella soltanto in poche occasioni c’è stata piena comunità d’intenti. E proprio in quei brevi sprazzi di unione Filippo Sensi, deputato del Pd, ha chiesto all’esecutivo di fermare i tagli all’editoria.

Ieri sera a Montecitorio ha invitato il parlamento a trovare “una sporadica convergenza su un punto nodale” della vita pubblica. Ripristinare l’erogazione dei finanziamenti ai giornali, ha spiegato il democrat, rappresenta un’azione essenziale per garantire il pluralismo. “Le voci diverse, se critiche, non sono solo il sale e il succo della democrazia liberale, sono la democrazia liberale” ha chiarito Sensi.

I tagli sono stati eseguiti “con spietata precisione, come per colpire dei nemici”.  E’ “una mattanza che comprime diritti e intimidisce il dissenso”. Tra le testate che rischiano di chiudere bottega a causa dello stop ai fondi c’è pure Radio Radicale. “Per lei – ha continuato il dem nel suo intervento – consentitimi, faccio un discorso a parte. Combatte per vedersi ricostruito il suo ruolo prezioso. Ma non si lascerà abbattere dal potente di turno. Voi passerete, ma Radio Radicale starà sempre lì”.

La ‘mattanza’, come l’ha definita Sensi, mieterà un numero spropositato di vittime. “I tanti giornali locali saranno messi in ginocchio dal vostro provvedimento. Se fosse soltanto una questione di tagli, ben altre sarebbero le urgenze”. E invece la mossa pentastellata rientrerebbe in una strategia “di intimidazioni a giornalisti”.

Ha annunciato il suo voto contrario Andrea Cecconi, deputato del gruppo misto: è favorevole ai tagli all’editoria, ma ha voluto ricordare il ‘valore’ di Radio Radicale: “Prima riceveva 20 milioni, poi 10, forse troppi, oggi 5. Ma fa un servizio importante che è difficile non definire pubblico. Trasmette quello che noi facciamo qui. Non lo fa con tagli e cuci, ma riportandolo integralmente”.

Sposa la tesi di Sensi l’ex ministro dell’Economia. Renato Brunetta è stato netto: “Do il mio voto favorevole all’ordine del giorno”. La scelta di tagliare i finanziamenti ai giornali è ingiusta per il deputato berlusconiano. “Sono stati il primo firmatario dell’emendamento che rinnovava la convenzione con Radio Radicale. C’era un’unanimità d’intenti. Bisogna ripristinare quei finanziamenti”

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