TORINO – Come aver viaggiato con la mitica DeLorean, all’inizio degli anni Novanta, quando il Toro soggiornava ai piani alti della classifica e se la giocava alla pari con lo squadrone di Sacchi e Capello. I granata di Mazzarri possono davvero sognare il clamoroso sbarco in Champions League: il 2-0 rifilato ad un Milan sempre più in crisi, firmato dal rigore di Belotti e dalla rete di Berenguer, vale l’aggancio in classifica ai rossoneri e all’Atalanta, impegnata domani con l’Udinese.
Il Toro sogna la Champions, battuto il Milan
Il quarto posto, occupato dalla Roma, è distante due punti dal Toro. E’ una serata magica per la formazione di Mazzarri, frutto di una grande prestazione capace di mettere a nudo tutti i limiti degli uomini di Gattuso. Reduce dall’eliminazione in Coppa Italia, la formazione rossonera viene ingabbiata dalla perfetta organizzazione difensiva dei padroni di casa. Non basta recriminare per la traversa di Bakayoko: è un Diavolo sempre più smarrito. Senza un’inversione di rotta, il rischio concreto è di restare senza Europa.
Torino-Milan, le formazioni in campo
Senza gli squalificati Zaza e Baselli e con un Iago Falque non al meglio, Mazzarri disegna un 3-4-2-1 con il duo Meite-Berenguer a supporto dell’unica punta Belotti. In difesa, finita la stagione per Djidji, scelte obbligate con Izzo, Nkoulou e Moretti. Sulla fascia destra De Silvstri vince il ballottaggio con Ola Aina. Al centro del tridente offensivo di Gattuso c’è Cutrone, assistito sugli esterni da Suso e Calhanoglu. Piatek parte dalla panchina: è la prima volta dal 3 febbraio. Per la mediana recupera Paquetà. Rilancio per Musacchio che affianca Romagnoli nel cuore della difesa, sulla destra Conti sostituisce l’infortunato Calabria.
Pressing asfissiante dei granata
Toro arrembante e volenteroso nella prima parte di gara. Mazzarri ordina ai suoi di pressare senza sosta i portatori di palla e i rossoneri faticano ad organizzare la manovra. Il primo squillo dei granata lo suona Ansaldi con una gran mancino che manca il bersaglio di pochissimo. Il Milan prova ad affidarsi a qualche giocata dei suoi solisti ma il Toro, attentissimo a tappare ogni varco, prevale anche se combina poco dalle parti di Donnarumma.
Poche emozioni nella prima frazione di gioco
Emozioni se ne vedono pochine: in mezzo si combatte, è una vera sfida nella sfida quella tra il giocoliere Paquetà e il ruvido Rincon. Gradualmente i rossoneri, nell’occasione di bianco vestiti, alzano il baricentro guadagnando metri. Suso scalda di destro i guantoni a Sirigu: è il segnale che il Milan si sta scrollando le paure iniziali. E prima dell’intervallo la squadra di Gattuso si rende ancora minacciosa: dal limite dell’area Suso verticalizza per Calhanoglu, Sirigu in uscita sventa il tocco in scivolata del tedesco naturalizzato turco.
Belotti implacabile dal dischetto, Toro in vantaggio
Ad inizio ripresa Mazzarri si scalda: il tecnico chiede un secondo giallo per Suso, le sue proteste non piacciono a Guida che lo manda fuori. I granata reclamano per un presunto tocco di mani di Musacchio in area, nell’opporsi allo scatenato Ansaldi, mentre il fischietto di Torre Annunziata non ha alcun dubbio nel sanzionare con il rigore una spinta di Kessié a Izzo. Arriva la conferma dal Var e dal dischetto Belotti è implacabile (58′). Gattuso reagisce con il doppio cambio: fuori Suso e Paquetà, anche per evitare rischi visto che entrambi sono ammoniti, dentro Borini e Piatek.
Milan sornione, l’Olimpico spinge i ragazzi di Mazzarri
Il Milan cerca la reazione e sfiora il pareggio: sugli sviluppi di una punizione di Calhanoglu l’incornata di Bakayoko timbra la traversa, poi Sirigu sventa il pericolo autogol di Izzo sulla ribattuta. Dal possibile 1-1 si passa al raddoppio torinista: Musacchio sul cross di Ansaldi respinge sui piedi di Berenguer e lo spagnolo trafigge Donnarumma con un destro potente e preciso (69′). L’Olimpico è una bolgia, il Toro vola sule ali dell’entusiasmo: Ansaldi dipinge il traversone per la testa di Belotti che manca lo specchio.
Milan sempre più in crisi, il Torino vola
Gattuso si gioca l’ultima carta, Castillejo. Nelle file granata Parigini rileva l’applauditissimo Berenguer. I rossoneri devono stringere i tempi nel tentativo di riaprirla: il più pericoloso è ancora Bakayoko, che svetta sul traversone di Castillejo: Sirigu è strepitoso nel salvare sulla linea. Sull’amaro finale del Milan piove anche la tegola dell’espulsione di Romagnoli, reo di un applauso ironico a Guida. Il forcing rossonero è contenuto senza patemi dai padroni di casa. Il sogno granata può continuare. E ora arriva un derby che si preannuncia più che mai infuocata.
(LaPresse/di Attilio Celeghini)