MILANO – “Non credo sia possibile una cosa simile, una sorta di supremazia di una sola squadra. Qualche tempo fa abbiamo avuto il Barcellona di Guardiola prevalere su tutto. Il Manchester City ha sovrastato la Premier League negli ultimi anni, da quando c’è Guardiola. Loro sono incredibili e devono scontrarsi ogni settimana”. Così l’allenatore tedesco del Liverpool Jurgen Klopp, attualmente impegnato in Qatar nel Mondiale per Club, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport per ‘I Signori del Calcio’, evita i paragoni fra il suo Liverpool e altre grandi squadre del passato. “Noi a queste cose non ci pensiamo, non pensiamo di essere migliori, ma pensiamo di essere come ogni altro Ajax esistito e come ogni altro Liverpool. Non ci facciamo caso. Cerchiamo solo di giocare il miglior calcio di sempre – aggiunge – il migliore di quello giocato dalle altre squadre al mondo. Questo ci fa sembrare speciali, ma noi non ci sentiamo così”.
La passione come modo di fare.
Sul il modo in cui festeggia, i grandi abbracci ai giocatori, Klopp dichiara: “Non posso troppo cambiare questo mio modo di fare. Se hai seguito per molto tempo la mia carriera, sai che ero molto più irruento prima. Sono molto vicino ai miei giocatori e mi aspetto tanto da loro, ma apprezzo davvero quello che fanno perché, come ho detto, se vinci una partita è merito dei calciatori, ma se la perdi è colpa mia. Sono io ad aver sbagliato, ad aver detto qualcosa che non andava detto. Non è colpa loro, ma mia, perché non mi sono fatto capire quando avrei dovuto fare in modo che tutti mi capissero. Mi piace festeggiarli dopo la partita, perché apprezzo il loro sforzo, a prescindere dalla vittoria o meno. Se loro danno il meglio di sé durante una partita, vale sempre la pena dirgli grazie”.
La filosofia calcistica
Sulla sua idea di allenatore, Klopp dice: “Un bravo allenatore è quello che trae il meglio dai giocatori che ha a disposizione. Se hai la squadra o dei giocatori talentuosi, devi trarne il meglio, migliorarli al massimo. Non è solo una questione di vincere e basta, non è sempre possibile vincere titoli o trofei. Ci sono squadre migliori e squadre peggiori e non dipende tutto solo dall’allenatore. Fuori di qui c’è una quantità incredibile di allenatori capaci, molti di più del passato, grazie alle scienze motorie e a tutte le possibilità che si hanno oggi. Il lavoro che ho fatto venti anni fa completamente da solo, adesso lo puoi fare con altre 25 persone. Hai altre 25 persone che fanno la tua stessa cosa e questo migliora tutto. Ci sono tantissime cose in più a cui fare riferimento, oltre che alle partite. In molti casi non c’è più tempo di allenarsi, e questo è un gran limite per lo sviluppo della squadra, e credo che continuerà ad accadere almeno per un altro paio d’anni”.
Infine Bill Schenkley, altro allenatore famoso del Liverpool, diceva sempre: ‘Il calcio non è un problema di vita o di morte, è molto più importante di questo’. Cos’è il calcio per Jurgen Klopp? “Io amo il calcio, per me è il gioco più bello mai esistito al mondo. Ogni volta che guardo a quello che è il mondo di oggi, mi rendo conto che non devi essere il migliore per avere successo – replica – se sai lavorare con altre persone, entrare in contatto con l’altro, se incoraggi te stesso a fare un po’ di più di quello che tu pensi di poter fare, ti può portare al successo. Magari non all’obiettivo finale, ma a quello che ti rende la vita migliore”. “Io ho sempre vissuto amando il calcio, che è stato quello che mi ha portato a viverlo anche nel lungo periodo. Certo – conclude il manager dei Reds – si ha bisogno anche di fortuna, ma oltre a questo è un gioco molto onesto. Questa è la cosa che mi piace, quello che ricevi è ciò che fai per ottenerlo. E questa cosa è strabiliante”.
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