Corruzione a Villa Literno, intercettazioni utilizzabili

Il Riesame: legali perché strettamente connesse all’inchiesta su Lusciano. Ma Tamburrino resta libero: non ci sono più le esigenze cautelari per tenerlo ai domiciliari

VILLA LITERNO – La misura cautelare è da annullare. Ma le intercettazioni che hanno portato la Procura ad accusare il sindaco Nicola Tamburrino di corruzione possono essere utilizzate. A stabilirlo è stata l’ottava sezione del Riesame. I giudici hanno depositato le motivazioni del provvedimento emesso a fine febbraio.

Il primo cittadino, in realtà, è libero dallo scorso luglio. Se adesso arriva il secondo stop all’ordinanza del gip, datata 26 novembre 2019, che lo aveva messo ai domiciliari, è perché non ci sono più le esigenze cautelari. “Le condotte corruttive in contestazione, ancorché gravi – hanno chiarito i giudici – attengono ad una vicenda sviluppatasi nell’ambito delle consultazioni elettorali del giugno 2016 e si esaurisce al più nei primi mesi del 2017. Tamburrino – hanno chiarito i togati – ha continuato a ricoprire l’incarico di sindaco e tuttora riveste tale ruolo. Ma dalla data dei fatti sono decorsi quattro anni senza che siano state documentate circostanze da cui poter desumere che lo stesso, incensurato, sia recidivo nella commissione di tali tipologie di reati”. Sintetizzando, non ci sono elementi che consentono di ritenere “concreto e attuale il pericolo” che commetta di nuovo reati.

In realtà il vero tema che ha dovuto districare il Riesame era quello delle intercettazioni. In prima battuta erano state dichiarate inutilizzabili. Andiamo con ordine: l’indagine è basata su due episodi. Quello che ha dato il via all’inchiesta riguarda la presunta turbativa d’asta e la frode in merito all’appalto per le fogne a Lusciano, nella quale era emersa la figura degli imprenditori Francesco e Salvatore Nicchiniello. Intercettando i due sono saltate fuori, affermano gli inquirenti, pure le ipotizzate condotte illecite di Tamburrino commesse a Villa Literno. E questa è la seconda vicenda. Per gli avvocati del sindaco e dei Nicchiniello si trattava di fatti distanti, differenti. Era necessario, quindi, chiedere altre autorizzazioni per continuare ad indagare e ad intercettare il primo cittadino liternese. E il Riesame sposò questa tesi.

Contro tale decisione, però, la Procura aveva presentato ricorso per Cassazione. E i giudici romani nei mesi scorsi avevano annullato il provvedimento inviando gli atti ad una nuova sezione chiedendole di approfondire sostanzialmente due aspetti. Valutare se ci fosse “una connessione forte o stanziale” tra il caso Lusciano e quello che vedeva protagonista Tamburrino e se quest’ultimo fosse già stato sottoposto al vaglio del gip in epoca precedente all’iscrizione formale nel registrato degli indagati.

Seguendo queste indicazioni è arrivato il secondo provvedimento del Riesame. Cosa ha stabilito? Che le vicende Villa Literno e Lusciano sono “inequivocabilmente collegate”, e a fare da trait-d’union sono i Nichiniello. Cosa significa? Che c’è la piena utilizzabilità delle intercettazioni e la procedura seguita dalla Procura di Napoli Nord è stata corretta.
Veniamo alle accuse. Tamburrino, secondo gli inquirenti ha favorito i Nicchiniello nel rilascio di un permesso per costruire una struttura turistico ricettiva in via Delle Dune. E gli imprenditori in cambio del ‘piacere’ gli avrebbero pagato debiti personali e dato appoggio elettorale alle Comunali del 2016. All’ipotesi corruttiva avrebbero partecipato anche Giuseppe D’Ausilio, all’epoca capo dell’area tecnico, e la dipendente Marianna Vanacore: ai due, dice l’accusa, sarebbero stati promessi soldi dai Nicchiniello. Secondo il pm Paola Da Forno che ha coordinato l’indagine, ha avuto un ruolo nella vicenda pure il commercialista Angelo Aversano che avrebbe fatto da mediatore tra i costruttori e Tamburrino. Per loro il processo prenderà il via a fine luglio. Il dibattimento coinvolge altri 16 imputati. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Stellato, Domenico Cesaro, Mario Griffo, Antonio Gravante, Felice Belluomo, Giuseppe Somma, Raffaele Costanzo, Gabriele Piatto, Giovanni Cantelli, Maurizio Abbate, Severino Berardi, Tammaro Diana, Rocco Trombetti, Franco Liguori e Alessandra Carofano,

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