Spaccio di droga, 18 arresti

Lo stupefacente comprato all’ingrosso e venduto nella piazze di Mondragone, Sessa Aurunca, Pietramelara, Varcaturo e basso Lazio. Documentati oltre 200 episodi di smercio, identificati assuntori e sequestrati 30.000 euro

MONDRAGONE – Duecento episodi di spaccio documentati, 18 persone arrestate e 8 indagate a piede libero: sono i numeri dell’indagine, condotta dai carabinieri di Sessa Aurunca, su una rete di presunti pusher attiva tra maggio 2018 e novembre 2019 nelle province di Caserta, Frosinone e Chieti.

Ieri mattina, i militari dell’Arma, su ordine del gip Alessandra Grammatica, hanno portato in carcere Giacinto Bosco, 55enne, Antonio Sauchella, 50enne, e la moglie, Carolina Spada, 50enne, Enrico Sauchella, 49enne, fratello di Antonio, tutti di Mondragone, Massimo De Silva, 32enne di Cassino, Laura e Rossella Di Rocco, di 35 e 32 anni, Barbara Mondano, 32enne, e Cristina Spada, 46enne residenti a San Salvo, Armando Spada, 79enne, Eliseo Spada, 35enne, di Pietramelara, Ilaria Di Giorgio, 28enne di Cassino, Antonio Di Rocco, 38enne di San Salvo, Kristian e Antonio Spada, di 24 e 26 anni, entrambi di Pietramelara. Domiciliari, invece, per Loreta Bevilacqua, 43enne di Mondragone, Cristina Sauchella, 31enne di Cellole, figlia di Antonio, e Giuseppe Spada, 45ene di Pietramelara.

Coinvolti nell’inchiesta, ma senza misure cautelari, invece, Germana Marinaccio, 41enne di Pontecannone, Achille Sauchella, 58enne, Antonio Sauchella, 35enne di Mondragone, Michele Sauchella, 44enne, figlio di Antonio, Antonio Spada, 26enne di Pietramelara, Maurizio Passaro, 49enne di Sessa Aurunca, Alessandro Di Lorernzo, 64enne di Sessa Aurucca, e Cristina Spada, 65enne di Mondragone.
Nel collegio difensivo gli avvocati Fabrizio Chianese, Gabriele Roberto Cerbo, Ignazio Maiorano, Antonio Maiorano, Giovanni Cantelli e Luigi Mordacchini.

Dagli accertamenti svolti, ha informato il procuratore Maria Antonietta Troncone, è emerso che alcuni degli indagati acquistavano all’ingrosso ingenti quantitativi di cocaina ed eroina da fornitori italiani e stranieri, e, successivamente, anche favoriti dal dialetto ‘sinti’, riuscivano a tessere rapporti con altri spacciatori che avevano la gestione di alcune piazze di spaccio a Sessa Aurunca, Mondragone, Pietramelara, Cassino e San Salvo, provvedendo al trasporto e alla vendita dei narcotici.

L’attività investigativa ha fatto emergere la centralità nell’ipotizzata rete di pusher della famiglia Spada, che aveva in Antonio il proprio punto di riferimento, intrecciata con quella degli Spada, entrambe di origine ‘sinti’, grazie al suo matrimonio con Carolina Spada. Il 50enne è legato anche da un forte legame di amicizia con Giacinto Bosco.

A far allacciare i rapporti tra Antonio Spada e spacciatori di altre provincie, ha ricostruito la Procura, sarebbe stato il fratello Enrico, cantante neo-melodico.
Per alcuni degli episodi contestati, il tribunale sammaritano si è dichiarato non competente territorialmente inviando gli atti ai palazzi di giustizia di Chieti e Cassino.

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