Pd, l’ex europarlamentare Caputo pensa al rientro dopo la parentesi renziana

L’ex europarlamentare Nicola Caputo si smarca dai renziani e si posiziona in ‘quota governatore’

Caserta (Roberto Della Rocca) – La domanda che è circolata di più in queste settimane, tra i protagonisti della politica e tra gli addetti ai lavori, è una soltanto: che farà Italia Viva? E’ noto che i consiglieri renziani, pur spostatisi all’opposizione di Carlo Marino, continuano a dare tutta l’impressione di voler restare a fare i consiglieri comunali a gettone, pur criticando il sindaco in carica. Nel frattempo stanno cercando di lavorare al ‘post mortem’ quando, bene o male, arriverà il momento di approntare le liste e presentarsi alle elezioni. Qui il discorso si è ‘impaludato’.

I dubbi sono cominciati a rimbalzare da una parte all’altra della regione Campania: ma Nicola Caputo è assessore con De Luca ma è contro Marino? Questa la vera domanda per risolvere il primo enigma. Caputo non è contro Carlo Marino e la guerra che i cinque consiglieri comunali di Italia Viva, Gianfausto Iarrobino, Giovanni Megna, Mario Alessandro Russo, Pasquale Antonucci (il quale, per la verità, non ha mai pensato di scaricare Marino e mai lo farà) e Roberto Peluso, stanno portando avanti contro di lui non gli creerà il minimo problema.

Questo perché, sostanzialmente, Caputo non solo sta rivendicando presso Vincenzo De Luca, una posizione di terzietà rispetto ai partiti della sua coalizione (in pratica si è messo in quota governatore), ma sta anche lavorando per un rientro nei ranghi del partito Democratico che, anche a livello provinciale, risentirà del recupero al tavolo politico del partito del Presidente del Consiglio Regionale, Gennaro Oliviero. Le scelte dei ‘leader’ non sono però state digerite dalle ‘basi’ rispettive ma qui si rischia di cambiare argomento e passare a parlare della scissione dell’atomo. Tutti i soggetti in diatriba sono infatti ‘figli’ di quel centrosinistra ‘allargato’ (vuoi a vocazione maggioritaria, vuoi in forma di ‘coalizione’) che è vincente, tanto a Roma quanto nelle periferie, solo se sta unito.

In ossequio ad una decennale tradizione, il centrosinistra continua a scindersi, anche a livello locale. Oliviero viene recuperato da Carlo Marino ma non a prezzo scontato. La strada di Oliviero è segnata: ha prenotato due posti in lista, uno per il medico con il profilo da ‘uomo di cultura’ Vincenzo Battarra (che è recentemente entrato in consiglio comunale dando il cambio ad Antonio Ciontoli) il secondo per un ticket con una candidatura rosa ancora da selezionare, e vuole che siano i primi eletti del partito concentrando su di loro i voti dei suoi sostenitori, ma anche quelli di Ubaldo Greco e di Ciontoli (il primo destinato alla segreteria provinciale il secondo alla candidatura nel 2026).

Nel fare questo Oliviero perde pezzi, quei Pietro Canzano, Giovanna Abbate, Angela Cerrito e Maria Canzano che di andare con Marino non hanno voglia e sono pronti a sostenere la ‘cosa’ che i consiglieri di Italia Viva stanno cercando di allestire con ‘Cambiamo per cambiare Caserta’ di Carmine Bevilacqua e Catello Tronco, ‘Noi Campani’ di Luigi Bosco e Clemente Mastella, e le sigle civiche ancora in cerca di autore oltre che di idee e candidati anche perché, alla fine della fiera, saranno i voti a ‘contare’ più delle sigle e dei simboli.

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