BRUXELLES – La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato recepimento delle direttiva Ue sul diritto d’autore sul web. L’Italia non è da sola, perché la direttiva sul copyright è uno dei provvedimenti più discussi tra gli Stati membri, da quando nel 2019 è stata approvata dal parlamento europeo. Sono infatti 21 i Paesi che oggi hanno ricevuto la lettera di costituzione in mora per non aver comunicato in che modo hanno recepito la direttiva 2019/789 sui programmi televisivi e radiofonici online e la direttiva 2019/790 sul diritto d’autore nel mercato unico digitale. Il termine per il recepimento di queste direttive nella legislazione nazionale era il 7 giugno 2021. La lettera è solo il primo passo della procedura di infrazione, che di solito non dà luogo a ulteriori passi se gli Stati rispondono adeguatamente e adottano le misure necessarie entro due mesi.
In realtà, le direttive sono state approvate dal Parlamento italiano nell’aprile scorso, quindi nei termini fissati da Bruxelles. Quello che manca è la piena attuazione con un decreto legislativo che il Governo deve ancora adottare e che è stato presentato il 12 luglio, fuori dai termini. La Commissione, infatti, è intervenuta anche per quei Paesi che hanno recepito solo parzialmente la normativa Ue, fa sapere una portavoce dell’esecutivo Ue. La richiesta ha riguardato: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Spagna, Finlandia, Francia, Croazia, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Slovenia e Slovacchia. Il termine per il recepimento di queste direttive nella legislazione nazionale era il 7 giugno scorso. Gli Stati membri hanno ora due mesi per rispondere alle lettere e adottare le misure necessarie.
Il provvedimento varato da Strasburgo prevede un riconoscimento dei diritti degli editori anche nel caso di utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico da parte dei prestatori di servizi della società dell’informazione. Uno dei punti più discussi è la definizione dei “massimi sforzi”. I prestatori di servizi di condivisione di contenuti online sono responsabili per atti non autorizzati di comunicazione al pubblico, compresa la messa a disposizione del pubblico, di opere e altri materiali protetti dal diritto d’autore, a meno che non dimostrino di aver compiuto i massimi sforzi per ottenere un’autorizzazione o in ogni caso, aver agito tempestivamente, dopo aver ricevuto una segnalazione sufficientemente motivata dai titolari dei diritti.
Il Governo dovrà disciplinare tutta una serie di misure per rendere applicabile la direttiva. Dovrà definire che cosa si intende per “estratti molto brevi di testo” e quali sono le eccezioni o limitazioni, garantendo adeguati livelli di sicurezza delle reti e delle banche dati. Dovrà poi regolamentare le modalità e i criteri del meccanismo di adeguamento contrattuale per quanto riguarda artisti ed autori e tutta una serie di misure.
Con la decisione di oggi della Commissione, salgono a 79 le procedure di infrazione che rimangono aperte contro l’Italia. Con l’ultima emissione di procedure di infrazione del 9 giugno, la Commissione europea aveva avviato sei nuove procedure e ne aveva chiuse dieci. Ora si attende il parere motivato da parte del governo con le misure che intende adottare per conformarsi alla normativa Ue.
(LaPresse)