Micillo (M5S): “Con i fondi del Pnrr gestione dei rifiuti più efficiente”

L’ex sottosegretario all’Ambiente: "Città rinnovate con i bus elettrici e progetti trasparenti per tenere lontani gli appetiti delle mafie”

Napoli – Il Pnrr offre grandi opportunità per cambiare registro sulla tutela dell’ambiente in Campania, ma la guardia va tenuta alta contro le infiltrazioni della criminalità. Lo dichiara a “Cronache” il deputato dei 5 Stelle Salvatore Micillo, componente della commissione Ambiente di Montecitorio e già sottosegretario al ramo nel primo governo Conte.

Il Pnrr prevede risorse per la gestione dei rifiuti e la creazione di nuovi impianti. Come investire in Campania, con la situazione di emergenza permanente della regione in questo settore? Che tipo di impianti immagina?
Amministrazioni locali, Regione e cittadini devono dialogare fra di loro, far capire alla cittadinanza quali siano gli impianti che possono servire e soprattutto non arrivare alla costruzione senza una buona sinergia fra i territori. La Campania ha subìto tanti disastri ambientali e la maggior parte delle volte ci si è trovati un progetto bell’e pronto, mentre i cittadini non sapevano di cosa si stesse parlando. In tema di impianti, io evito le parole “inceneritori” e “discariche”, che hanno fatto soltanto male. Si parla di economia circolare, quindi strutture che possano trattare i Raee, e impianti di compostaggio: questa filiera vanta oltre 14 miliardi di fatturato e dà 500mila posti di lavoro. I fondi che arriveranno dal Pnrr potranno dare un respiro forte ai nostri territori: significherà mettere tutto a sistema e avere una transizione ecologica che non passa sopra la volontà dei cittadini. La politica non fa subire ai cittadini nuovi impianti, ma con loro costruisce una visione diversa dei territori.

Quindici miliardi sono destinati ad arginare i fenomeni di dissesto idrogeologico. Su quali aree campane vanno concentrati questi interventi?
La difesa del territorio deve usufruire certamente dei fondi del Pnrr, ma è fatta di prevenzione, lotta all’abusivismo, contrasto al consumo di suolo. Spesso si parla della zona dei Regi Lagni e del litorale domizio, ma anche di Maddaloni e dell’area del Sarno, dove c’è una situazione complessa. Ispra e Regione devono agire in sinergia e ascoltare le amministrazioni locali.

Lo sviluppo del trasporto locale sostenibile è pure una delle voci previste. Nella nostra regione a settembre verranno al pettine i nodi di Ctp (in concordato preventivo) e Clp (che dovrà dismettere le linee il 31 agosto). Come evitare che i soldi del Pnrr facciano la fine di altri finanziamenti miliardari per i trasporti immessi senza risultati visibili?
Stanziare oltre 50 miliardi per i trasporti vuol dire dare un volto nuovo alle nostre città. Se prima vedevamo bus obsoleti, ora è più frequente notare bus elettrici che possono dare un grande cambio di passo: questa è la sfida più grande. Per Clp e Ctp vedremo come risolvere a breve la situazione.

L’operatore di coesione e sviluppo sociale Osvaldo Cammarota ha suggerito, in un intervento su “Cronache”, di utilizzare i fondi del Pnrr per il Masterplan del litorale domizio-flegreo. Le sembra un’ipotesi interessante?
Concordo con Cammarota e aggiungo che quando ero al ministero dell’Ambiente abbiamo ragionato, con il ministro Costa, sulla zona dei Regi Lagni e del litorale. Il Pnrr può dare un’accelerata, così come i fondi Fesr che abbiamo voluto con Costa su litorale e fiume Sarno: oltre 500 milioni di euro che, aggiornati con i fondi del Piano resilienza, possono dare uno slancio al litorale. Questa zona da qualche anno a questa parte sta rivedendo un’ottima qualità del mare per un turismo che non sia mordi e fuggi.

Come evitare speculazioni nell’utilizzo dei fondi in una regione ad alto rischio come la Campania?
Questo dipende dalla forza delle amministrazioni, dalla vigilanza delle forze dell’ordine, dall’avere norme più semplificate e controlli più serrati. Nessuno vuole puntare il dito contro qualcuno, ma vanno messi da parte gli appetiti delle mafie e di chi nel Piano vede solo una speculazione. Tanti imprenditori illuminati possono sedersi con le amministrazioni e garantire che quei miliardi, frutto di una mediazione fatta dal presidente Conte, possano arrivare sui territorio in modalità trasparenti. Il cittadino lo chiede, ma soddisfare questa esigenza nelle nostre zone può essere molto più complicato: non è inusuale parlare di infiltrazioni camorristiche e appalti truccati. Dopo essere riusciti a far arrivare 220 miliardi, bisogna avere progetti quantificabili e visibili sui territori e assicurare che vengano portati a termine in perfetta trasparenza.

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