Scuola, Miozzo: “Regole poco chiare, così si rischia ancora la Dad”

Le parole dell'ex Protezione civile, coordinatore del Cts fino a marzo e poi consulente del ministro Patrizio Bianchi, in un'intervista al Corriere della Sera

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 14 Settembre 2020 Roma (Italia) Cronaca : Primo giorno di scuola Nella Foto: il liceo Newton Photo Cecilia Fabiano/LaPresse September 14 , 2020 Roma (Italy) News: First day school In the pic : The Newton High School

MILANO – “Sono molto preoccupato per l’inizio della scuola. Non vedo quell’indirizzo chiaro, quelle indicazioni granitiche che servirebbero. Vedo invece che si delegano al territorio”. Così Agostino Miozzo, ex Protezione civile, coordinatore del Cts fino a marzo e poi consulente del ministro Patrizio Bianchi, in un’intervista al Corriere della Sera. “Ai presidi o alle scuole si delegano decisioni delicate che invece i ministri e il governo dovrebbero prendere in modo netto senza che possano essere interpretate o aggiustate”, rimarca Miozzo, “in questo anno e mezzo ho imparato che alle scuole devono arrivare messaggi netti, chiari, precisi. Sulle questioni sanitarie non ha senso invocare l’autonomia didattica. Quella riguarda le modalità di insegnamento, non le decisioni sul Covid”.

“Le Asl e i presidi di fronte alla decisione di chiudere e riaprire una scuola, se c’è un focolaio, adotteranno misure protettive per il decisore, quindi la Dad sarà inevitabile. Ci vogliono modelli, indicazioni non interpretabili. Mi immagino i conflitti nelle scuole. Un genitore, magari poco convinto, vaccina il figlio per farlo andare in presenza e poi se lo ritrova in Dad. Non capisce più nulla. Deve sapere che cosa e perché succede. Chi sono i contatti stretti? Quello del banco vicino, tutta la classe. Se il positivo è il prof di ginnastica, 8 classi vanno in quarantena?”, continua Miozzo, che alla domanda se sia per l’obbligo della vaccinazione degli insegnanti risponde: “Ma certo. I dati ci dicono che oltre il 90 per cento sono vaccinati o esentati per motivi di salute. Lasciamo un paio di settimane alle Regioni per recuperare il ritardo organizzativo e poi mettiamo l’obbligo: i non vaccinati saranno una minoranza di irriducibili per i quali devono essere prese decisioni appropriate come avviene nella sanità”.

Le possibilità che si torni in Dad sono “mMolte se non si cambia subito strada. Mi dispiace, tra l’altro, che il dibattito sugli effetti nefasti della Dad sembra essere già superato. Come se fossimo convinti che alla scuola si possa far pagare ancora il prezzo di una nuova fase dell’emergenza”.

(LaPresse)

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