Auto: la crisi dei chip affossa il mercato in Europa, crollo di oltre il 25% a settembre

La crisi dei semiconduttori schiaccia un mercato europeo dell'auto già in crisi a causa della pandemia.

Foto LaPresse - Mourad Balti Touati

MILANO – La crisi dei semiconduttori schiaccia un mercato europeo dell’auto già in crisi a causa della pandemia. A settembre la domanda di auto nella regione che comprende Unione europea, paesi Efta e Regno Unito è crollata del 25,2 % rispetto all’anno prima. Per la sola Ue a 27 il calo è pari al 23,1%. Si tratta del peggior settembre dal 1995.

Sulle speranze di ripresa del mercato dell’auto colpito dalla pandemia si è abbattuta la crisi nelle forniture di semiconduttori, essenziali per la costruzione di auto. Questa crisi sta fortemente penalizzando la produzione con ripercussioni che cominciano a essere significative anche sui tempi di consegna delle vetture nuove che si allungano sempre di più e ha riflessi anche sul mercato dell’usato a cui si rivolge in maniera crescente parte degli automobilisti che non riescono ad ottenere tempi di consegna ragionevoli per comprare un’auto nuova.

I dati diffusi dall’European Automobile Manufacturers’ Association (Acea) mostrano come questa nuova flessione delle vendite è in gran parte causata dalla carenza di chip, che ha frenato la produzione e quindi la consegna di auto. Tutti i principali mercati europei hanno registrato cali a doppia cifra: Italia (-32,7%), Germania (-25,7%), Francia (-20,5%) e Spagna (-15,7%). Rispetto al 2019 – ovvero prima del Covid – settembre le immatricolazioni di autovetture in Europa Occidentale (Ue+ Efta + Uk) hanno subito un calo del 24,3%, mentre nel periodo gennaio-settembre la contrazione è stata del 24,4%.

Tra i singoli produttori, Stellantis ha evidenziato una flessione delle immatricolazioni del 30,4% a quota 179.117 auto. In Europa la quota di mercato del gruppo si attesta comunque al 18,4%. In netto calo anche le immatricolazioni di altri grandi gruppi come Renault che cede il 24,2%, Daimler che perde il 48,1%, Renault che cede il 24,2%, Valkswagen che perde il 29,7%. In controtendenza Hunday che guadagna il 26,9%.

LaPresse

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