NAPOLI – I tre rappresentanti della Regione per l’elezione del presidente della Repubblica saranno scelti martedì prossimo dal Consiglio, in una seduta che inizierà alle 10.30. Se ne è parlato ieri nella conferenza dei capigruppo. Scontati due dei tre nomi: saranno, come da prassi, il governatore Vincenzo De Luca e il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero. Resta da decidere il rappresentante dell’opposizione: al momento dovrebbe trattarsi di Stefano Caldoro, ormai un veterano delle elezioni presidenziali. Una scelta diversa sarebbe legata a un eventuale accordo tra Movimento 5 Stelle e Pd, ma al momento non è all’orizzonte un’intesa di questo genere. Recentemente, Caldoro si è dichiarato favorevole all’ipotesi di Silvio Berlusconi ai Quirinale.
Secondo quanto prevede l’articolo 83 della Costituzione, “il Presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze”.
Una volta che il presidente della Camera ha convocato il Parlamento in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica, le diverse Regioni convocano i propri Consigli che saranno chiamati a selezionare i tre delegati, due della maggioranza e uno dell’opposizione.
Sette anni fa, dopo le dimissioni di Napolitano, la presidente Laura Boldrini il 14 gennaio convocò il Parlamento in seduta comune per il 29, e i consigli regionali si riunirono (tranne la Valle d’Aosta che lo stesso giorno scelse come delegato il proprio presidente) tra il 16 (Friuli Venezia Giulia) e il 26 (Emilia Romagna). La scelta da parte dei Consigli regionali avviene sulla base di leggi regionali. In genere per la maggioranza vengono scelti il governatore e il presidente del Consiglio, se sono di due partiti diversi. In Campania De Luca e Oliviero sono entrambi del Pd, ma faranno comunque parte della triade di elettori. Ma non è nemmeno obbligatorio che i delegati siano membri degli stessi consigli regionali. Nel 2013 l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi chiese di essere scelto tra i due delegati del centrosinistra ma da Roma arrivò lo stop della segreteria nazionale Dem, e gli fu preferito Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale. La scelta dei delegati va bilanciata all’interno delle coalizioni. I partiti più grandi evitano di accaparrarsi tutti i delegati regionali, facendo una divisione di massima nazionale che poi viene applicata nelle Regioni. Nel centrodestra ci saranno meno problemi, mentre nel centrosinistra il Pd dovrà decidere se considerare M5s alleato e quanti delegati pentastellati votare nei vari Consigli. Al centrodestra spetteranno 33 delegati regionali e al centrosinistra 24.