Siria: leader dell’Isis ucciso in raid Usa. Biden: “Messaggio ai terroristi nel mondo”

Il leader dell'Isis è stato ucciso in un raid Usa in Siria condotto dalle forze speciali nella notte nella provincia di Idlib.

Foto AP / Evan Vucci in foto il presidente Joe Biden

MILANO – Il leader dell’Isis è stato ucciso in un raid Usa in Siria condotto dalle forze speciali nella notte nella provincia di Idlib. È stato Joe Biden ad annunciarlo, dopo che il Pentagono aveva riferito di un’operazione anti-terrorismo di successo e mentre dal posto arrivavano le testimonianze di residenti e attivisti che riferivano anche di vittime civili. Il blitz contro il successore di Abu Bakr al-Baghdadi, condotto con elicotteri e forze di terra, è durato circa due ore e si è concentrato intorno a una casa di due piani circondata da ulivi nel villaggio di Atmeh, in una zona vicina al confine con la Turchia disseminata di campi di sfollati interni. Biden, insieme alla vice presidente Kamala Harris e al team per la sicurezza nazionale, lo ha seguito in diretta dalla Situation Room della Casa Bianca.

“Grazie all’abilità e al coraggio delle nostre Forze armate abbiamo eliminato dal campo di battaglia Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, il leader dell’Isis”, sono state le parole scelte da Biden, precisando che tutti gli statunitensi coinvolti nell’operazione sono rientrati in sicurezza. “Nella notte sotto la mia direzione le forze dell’esercito Usa nel nordovest della Siria hanno intrapreso un’operazione antiterrorismo per proteggere il popolo americano e i nostri alleati e per rendere il mondo un posto più sicuro”. Poi un discorso alla nazione dalla Casa Bianca: “Grazie al coraggio delle nostre truppe questo orribile leader terrorista non c’è più”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca, definendo Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi responsabile del genocidio degli Yazidi nel 2014 in Iraq e anche del recente assalto a una prigione in Siria.

Il leader dell’Isis non è però l’unico morto nel raid: per i Caschi bianchi i morti sono 13, fra cui 6 bambini e 4 donne. Biden, in un discorso alla nazione, ha assicurato che è stata presa “ogni precauzione disponibile per ridurre al minimo le vittime civili” ed è per questo che è stato scelto di non condurre un raid aereo contro la casa presa di mira. Ma – ha aggiunto – mentre le forze Usa si avvicinavano, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi ha scelto di farsi saltare in aria anziché affrontare la giustizia, uccidendo anche moglie e figli, proprio come aveva fatto il suo predecessore Abu Bakr al-Baghdadi. Il blitz è “un forte messaggio ai terroristi in tutto il mondo, vi inseguiremo e vi troveremo”, ha avvertito Biden.

Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, noto anche come Amir Muhammad Sa’id Abdal-Rahman al-Mawla, aveva preso le redini dello Stato islamico il 31 ottobre del 2019, pochi giorni dopo la morte di Al-Baghdadi in un raid Usa (allora nell’era Trump) sempre nella stessa zona, nella provincia siriana di Idlib. Il nuovo leader dell’Isis aveva mantenuto un profilo estremamente basso: non era apparso in pubblico e raramente rilasciava registrazioni audio. Non è noto quali fossero la sua influenza e il suo coinvolgimento quotidiano nelle operazioni del gruppo ed è difficile stimare che conseguenze avrà la sua morte sul gruppo. La sua uccisione, tuttavia, è un colpo significativo all’Isis proprio mentre il gruppo provava a riaffermarsi in Siria e Iraq. E per gli Usa si tratta di un successo militare in un periodo cruciale, cioè dopo diversi colpi affrontati altrove, non ultimo con il disastroso ritiro dall’Afghanistan.

Il blitz è giunto in un momento in cui lo Stato islamico sta provando a riaffermarsi, compiendo alcuni dei suoi più grandi attacchi da quando il gruppo è stato sconfitto nel 2019. Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, l’Isis ha lanciato una serie di operazioni nella regione, compreso un assalto di 10 giorni il mese scorso per prendere il controllo di una prigione nel nordest della Siria che ospita almeno 3mila detenuti del gruppo: la forza a guida curda sostenuta dagli Usa riferisce che oltre 120 dei suoi combattenti e dipendenti della prigione sono morti negli sforzi per sventare il piano dell’Isis, il cui obiettivo pare fosse quello di liberare alcuni suoi esponenti di spicco.

LaPresse

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