Carmine Antropoli rischia 10 anni

L’ex sindaco è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: invocata la stessa pena anche per l’ex consigliere Marco Ricci

CAPUA – Una campagna elettorale inquinata dall’ingerenza della criminalità organizzata. E’ la tesi sostenuta dal pubblico ministero della Dda Maurizio Giordano che, ieri sera, a conclusione della requisitoria, ha proposto 10 anni di reclusione a testa per Carmine Antropoli, sindaco dal 2006 al 2016, e il suo ex consigliere, Marco Ricci, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo vede imputati anche l’ex consigliere Guido Taglialatela, il collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, alias Ciccio e’ Brezza (ritenuto il responsabile del clan dei Casalesi su Capua) e Armando Porciello.
Stando a quanto sostenuto dalla Dda, i tre politici avrebbero concluso un patto con alcuni affiliati del clan per avere appoggio elettorale in occasione delle Amministrative del 2016. In particolare Giordano ha fatto riferimento alle pressioni che il primario del Cardarelli e Zagaria avrebbero esercitato su Giuseppe Di Lillo, un aspirante consigliere comunale, chiedendogli di ritirare la candidatura per favorire Ricci. La procura Antimafia, nell’invocare le pene per gli ex amministratori di Capua, ha escluso la violenza privata per Antropoli e Ricci in relazione alla candidatura ‘ritirata’ da Di Lillo (con lo schiaffo tirato da Zagaria a Di Lillo nel corso di un incontro presso lo studio medico di Carmine Antropoli), con la contestazione confermata solo per Zagaria. Per Taglialatela, invece, altro esponente della maggioranza Antropoli, sono stati proposti 4 anni per scambio elettorale politico-mafioso, nei suoi confronti è stato modificato il capo di imputazione: precedentemente rispondeva di concorso esterno come l’ex fascia tricolore e Ricci. Avrebbe beneficiato dei voti di Carlo Napoletano, e sarebbero dunque esclusi interessi comuni con Ciccio ‘e Brezza e l’aver favorito la concessione di appalti a ditte in odore di camorra. In subordine la richiesta è stata quella dell’assoluzione per l’associazione mafiosa con l’invio degli atti in Procura per una nuova contestazione. Otto anni e mezzo la richiesta di condanna per Zagaria, che risponde dell’omicidio De Falco – Caterino (nel processo si sono costituiti parte civile i familiari delle vittime Salvatore Parisi, Vincenzo D’Angelo e Gerardo Tommasone per l’associazione Fai). Invocata invece l’assoluzione per Porciello. E’ stata fissata per l’11 aprile la camera di consiglio. Nel collegio difensivo gli avvocati Gerardo Marrocco, Lorenzo Caruso, Angelo Raucci Nico, Mauro Iodice e Guglielmo Ventrone.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome