TORINO – Apportare piccoli aggiustamenti al Piano nazionale di ripresa e resilienza è possibile se ci sono “circostanze oggettive”, ma pensare di poterlo ridiscutere è pericoloso: c’è il rischio di perdere tempo e di conseguenza i fondi perché “le tempistiche di attuazione sono molto strette”. Valdis Dombrovskis raffredda le aspettative di chi sogna di entrare a Palazzo Chigi e di riscrivere il Pnrr. Il vicepresidente della Commissione, responsabile dell’Economia, spiega a La Stampa che i margini per un intervento in questo senso sono estremamente limitati e che anche le tentazioni di uno scostamento di bilancio per rispondere al caro-energia andrebbero tenute a bada perché è necessario mantenere “un prudente equilibrio”.
“Al momento – spiega Dombrovskis – ci aspettiamo che gli Stati membri si facciano avanti con una revisione dei loro piani nazionali di ripresa e resilienza in due diversi contesti. Il primo è basato sul fatto che ci sarà una riallocazione dell’ultima tranche di sussidi: di conseguenza, specialmente i Paesi che avranno fondi aggiuntivi dovranno aggiustare i rispettivi piani con ulteriori investimenti e riforme per ricevere le risorse addizionali. Il secondo è invece nel contesto del programma RepowerEu al fine di preparare i capitoli dedicati”. Sulla revisione dei piani per motivi ‘politici’, visto che in Italia ci sono le elezioni e il nuovo governo potrebbe avere altre priorità, ribatte: “Il regolamento è chiaro su quelle che sono le basi per una revisione dei piani. E vale la pena far notare che le tempistiche di attuazione sono piuttosto strette. Quindi, anche da quel punto di vista, iniziare a ridiscutere tutto può far rallentare l’attuazione dei piani, con il conseguente rischio di non riuscire a utilizzare tutti i fondi”.
(LaPresse)