Trasporti urbani, investiamo nello smog

Trasporti urbani, investiamo nello smog
Trasporti urbani, investiamo nello smog

NAPOLI (Giuseppe Stanga) – Mobilità sostenibile all’anno zero nel nostro Paese. L’Italia, con l’Unione Europea, si è impegnata a ridurre le proprie emissioni climalteranti del 55% entro il 2030. Per farlo è essenziale decarbonizzare rapidamente il settore dei trasporti, che è oggi causa di quasi un terzo delle nostre emissioni di CO2, ma senza rendere le nostre città davvero ciclabili riuscirci sarà molto più difficile. Da questo punto di partenza Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente, sono partite per la realizzazione del dossier “L’Italia non è un paese per bici”. Ad oggi il nostro Paese investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: nelle ultime leggi di bilancio sono stati stanziati complessivamente oltre dieci miliardi di euro in sostegni diretti al settore dell’automobile. Altri 90 miliardi di euro sono stati messi a bilancio per la costruzione e il rinnovo di infrastrutture stradali, compresi passanti autostradali, varianti e “bretelle” che aumenteranno traffico, inquinamento dell’aria ed emissioni di CO2. Per la bici, invece, poco più di un miliardo di euro, solo una parte del quale è destinato a finanziare la costruzione di ciclovie urbane. Il risultato è che l’Italia, sul piano della ciclabilità, è il fanalino di coda del contesto europeo.

PISTE CICLABILI

Milioni di italiani vorrebbero potersi muovere in bici per lavoro, studio o svago, ma mancano infrastrutture adeguate. Le città italiane hanno una media, secondo i dati Istat, di 2,8 chilometri di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali, da zero chilometri in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15 km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, considerando i chilometri medi, superiori, di Helsinki (20 km/10.000 abitanti), Amsterdam (14 km/10.000 abitanti) o Copenaghen (8 km/10.000 abitanti). Nel dossier troviamo un ricco documento che mostra come, per colmare il gap con il resto d’Europa, alle città italiane servono 16mila chilometri di ciclabili in più (rispetto al 2020), per un totale di 21mila chilometri al 2030. 

I COMUNI

Grazie all’obbligo di predisporre dei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (PUMS), molte città italiane hanno pianificato più ciclabili. Ma per Legambiente i piani di espansione attuali non sono sufficienti a generare una vera e profonda trasformazione dei sistemi di mobilità urbana. Nel complesso, le città capoluogo italiane hanno pianificato di aggiungere in media appena 3,7 chilometri di ciclabili ogni diecimila abitanti. Ne servono molti di più.

CHE FARE

Da una stima prudenziale l’investimento nella ciclabilità del Paese dovrebbe essere di almeno 3,2 miliardi di euro nell’arco dei prossimi sette anni, pari a 500 milioni di euro all’anno, ovvero appena il 3,5% di quanto già stanziato per il comparto auto e le infrastrutture connesse, ma molto di più di quanto predisposto  fino ad ora per la ciclabilità. Per farlo è stata attivata una petizione dal titolo ‘Vogliamo Città Ciclabili” per avere centri urbani in cui pedoni e ciclisti abbiano la priorità, in cui i bambini possano tornare a giocare per strada, e in cui si possa tornare a respirare aria pulita. La proposta delle organizzazioni rivolta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e al nuovo Parlamento è quindi di integrare gli investimenti con uno stanziamento di 500 milioni di euro l’anno fino al 2030. Claudio Magliulo, responsabile italiano della campagna Clean Cities, ha commentato: “La nostra analisi ci dice tre cose: uno, che spendiamo tante, troppe delle nostre tasse per sovvenzionare l’uso dell’automobile privata, e pochi spiccioli per dare a tutti la possibilità di muoversi in bicicletta; due, che le nostre città sono ancora molto poco ciclabili, e che vasta parte degli attuali progetti di sviluppo della ciclabilità non sono sufficienti a consentire un vero salto di qualità; tre, che per rendere le nostre città ciclabili davvero basterebbe investire poco più di tre miliardi di euro, tanto quanto stiamo spendendo ogni tre mesi per abbassare un pochino il prezzo di diesel e benzina”. 

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