NAPOLI – Ci avevano già provato ad agosto dell’anno scorso con quattro colpi di pistola alle gambe, ben oltre il solito schema di avvertimento camorristico. Lo avevano ‘avvisato’ una decina di giorni fa, nella notte tra il primo e il 2 marzo, con una raffica di proiettili contro la sua abitazione. Un ultimatum. Poche ore fa il terzo raid di piombo, stavolta per ucciderlo, che rischia ancora ora di risultare mortale e di rappresentare l’ultimo atto di un’offensiva malavitosa e l’origine di una nuova stagione criminale.
I fatti
Agguato, ieri notte, sul lungomare di Mergellina. Un commando di fuoco ha affiancato l’automobile sulla quale viaggiava Antonio Gaetano, 19enne ritenuto elemento di spicco del clan Calone-Esposito-Marsicano di Pianura. Cosca della quale, secondo gli investigatori, il giovane soprannominato biscotto avrebbe raccolto le redini. I sicari hanno aperto il fuoco mirando alla testa e al petto. Lo hanno fatto per ammazzarlo. Tutto intorno urla e disperazione, con i killer che si sono dileguati – su uno scooter – tra le auto incolonnate nel traffico della movida del sabato sera. Un agguato dalla forte valenza scenica e simbolica, un modo per uccidere in grande stile così che al clan potesse arrivare prepotente la dichiarazione di guerra dei rivali.
L’intervento d’urgenza
Gaetano è stato poi trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Era in condizioni disperate. I medici hanno optato per un intervento chirurgico d’urgenza. Intervento riuscito, ma le notizie che filtrano dal nosocomio non sono ancora positive: resta in pericolo di vita. Intanto nella zona degli chalet di Mergellina arrivava la polizia di Stato, con la Squadra Mobile a condurre le indagini. Sono sei i bossoli ritrovati sull’asfalto. Uno dei proiettili si sarebbe conficcato nella portiera della vettura. Sei colpi di pistola, un’esecuzione in perfetto stile camorristico. Stavolta l’obiettivo non era spaventarlo e nemmeno avvertirlo, ma ucciderlo. Molto probabilmente, i sicari hanno seguito a lungo gli spostamenti del 19enne per poi scegliere il momento giusto per entrare in azione, quando il bersaglio era fermo in auto nei pressi dello chalet Da Pasquale. Gli hanno riservato un trattamento da boss. Nonostante la giovane età, infatti, Gaetano è considerato un pezzo da novanta della malavita organizzata di Pianura.
Gli scenari
Dopo il maxi blitz del luglio dell’anno scorso, che ha smantellato le due fazioni in lotta, Carillo-Perfetto e Calone-Esposito-Marsicano, il 19enne si sarebbe fatto largo tra le maglie degli eredi del clan Mele, riuscendo in breve tempo a contornarsi di nuovi affiliati. L’eco degli spari di Mergellina risuona dalle parti di via Evangelista Torricelli, le palazzine popolari di Pianura. E ora il pericolo di una risposta da parte dei seguaci del duo composto da Carlo Esposito e dal genero Emanuele Marsicano si fa più che concreto. Era la mattina del 2 marzo quando gli inquilini di un appartamento al civico 334 di via Torricelli hanno allertato la polizia per il ritrovamento di un foro di proiettile nella finestra della propria abitazione. Persone perbene, lontane anni luce dalla galassia criminale di Pianura e, in generale, da tutto ciò che significa malavita.
Le indagini
La verità è emersa nel giro di qualche ora. Al civico 334 di via Torricelli c’è la casa di Gaetano e l’obiettivo della ‘stesa’, secondo gli investigatori, era proprio biscotto. Dalle indagini su quell’episodio è poi emersa un’altra realtà criminale, un nuovo business fiutato dai Calone-Esposito-Marsicano, un affare che vale migliaia di euro e che si fonda sui successi del Calcio Napoli, ormai prossimo alla conquista del terzo scudetto. Infine, l’agguato di ieri notte a Mergellina. Le indagini su questo episodio si muovono nel solco della lotta per la gestione degli affari illeciti a Pianura e guardano verso i Carillo-Perfetto. Sarebbero loro le armi che hanno sparato, loro le mani che impugnavano la pistola, loro gli occhi che hanno seguito e loro le bocche che hanno ordinato l’omicidio del 19enne.
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