Amianto, le bonifiche al palo

In Campania solo tre edifici pubblici sono stati ripuliti, rimangono 82 zone ancora contaminate. I dati nella maggior parte dei casi sono fermi al 2018. In Italia solo 5 regioni e la provincia di Trento hanno completato i censimenti dei siti inquinati

NAPOLI – In occasione della giornata nazionale dell’amianto che si celebra oggi, l’Ona (Osservatorio nazionale amianto) lancia l’allarme: sono poche le regioni hanno completato la mappatura, solo Campania, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento. L’Osservatorio inoltre denuncia che i dati sono fermi al censimento del 2018. Ad oggi, sono stati verificati i dati per le seguenti regioni: Valle d’Aosta, Trento e Bolzano, Friuli Venezia – Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia – Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.
Le Regioni, in base alla L. 93/2001, e al successivo D.M. 101/2003 avevano l’obbligo di coordinarsi con il ministero dell’Ambiente per la “Mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale”, con l’indicazione del numero, dell’ubicazione, e del livello di rischio delle strutture contenenti amianto. Nell’aprile del 2018, soltanto 11 Regioni (Campania, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Trento, Liguria, Lombardia, Molise Toscana), hanno dichiarato di aver completato la mappatura, mentre invece è ancora in corso in Basilicata, nella provincia autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Sicilia, Umbria, Calabria e Veneto. La regione Lazio risulta inadempiente. Non risultano dati per l’Abruzzo.
Secondo i risultati della mappatura i siti contaminati sarebbero 66.087, per un totale di oltre 36,5 milioni di metri quadrati di coperture.
La mappatura è stata quindi aggiornata rispetto ai 25.560 siti registrati fino al 2015 e molte Regioni sono in ritardo anche nella comunicazione dei dati censiti. C’è dunque la prova di un netto ritardo delle pubbliche amministrazioni nello stesso censimento, oltre che, evidentemente, nella bonifica dei siti contaminati. In Campania, c’è l’indicazione di tre edifici pubblici bonificati e 82 da bonificare. Poi non ci sono altri dati. L’Organizzazione mondiale della sanità sostiene che nel mondo oltre 125 milioni di persone sono state esposte all’amianto sul luogo di lavoro. L’amianto è un materiale particolarmente pericoloso per la saluta umana. Tende a ‘sbriciolarsi’ molto facilmente e le sue fibre, se inalate, possono favorire l’insorgenza di numerose patologie. Le fibre colpiscono innanzitutto le vie respiratorie, in particolare, la laringe, e, poi, i polmoni e la pleura.
Purtroppo questo materiale ha avuto un largo impiego nell’edilizia durante gli anni del boom economico e negli anni ‘70 e ‘80. E’ stato largamente utilizzato nelle costruzioni dei complessi residenziali popolari. Quando è stata riconosciuta la sua pericolosità è stato messo fuori la legge, precisamente nel 1992. Tuttavia, ancora oggi è possibile trovare numerosi edifici costruiti con l’amianto. Per smaltirlo servono operatori specializzati e tecniche precise. Non ci si può improvvisare perché è molto pericolosissimo.

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