GRAZZANISE – Ridare forza al clan dei Casalesi, riorganizzarlo, attendendo le scarcerazioni di altri sodali di peso. E come ristrutturare il gruppo mafioso, indebolito dai numerosi arresti e dalle pesanti confische, era uno dei principali temi delle conversazioni tra Antonio Mezzero e Elio Diana. E loro, da mafiosi che avevano lasciato la prigione da poco, attendevano con ansia che tornassero in circolazione anche altri sodali: “Come stanno le cose, si libera qualche altro buono amico e poi buttiamo le mani”. È la strategia che presenta Mezzero a Eliuccio in una chiacchierata datata 5 aprile 2023. Chi è che aspettavano di rivedere trepidanti? Alfonso Cacciapuoti, l’uomo del clan che prese il posto di Mezzero, quando fu arrestato, come capozona del Basso Volturno. “Quello a noi – prosegue il boss di Brezza – ci vuole bene”. “Sì, ma Alfonso esce?”, dice dubbioso Diana. “Sì – conferma Mezzero – Esce a maggio, a fine maggio”. In realtà Cacciapuoti uscirà a luglio, due mesi dopo la previsione del mafioso.
Cacciapuoti non è coinvolto nell’indagine che ha portato Antonio Mezzero, il fratello Giuseppe e altre 12 persone agli arresti. Le frasi pronunciate sull’attesa della sua scarcerazione dimostrano, però, come venisse ritenuto centrale dagli affiliati al clan per ridare sostegno al gruppo malavitoso di cui tutti facevano parte.
La speranza è che Cacciapuoti non si sia fatto attirare, dopo aver rimesso piede nel casertano da uomo libero, dalle sirene mafiose. La speranza è che abbia fatto altre scelte rispetto a quelle che, stando alla tesi della Dda, ha preso il boss di Brezza.
Sicuramente, come gli investigatori hanno fatto con Mezzero, tenendolo sotto stretto controllo e fermandolo sostanzialmente poco dopo che si era rituffato nel crimine, così faranno con Cacciapuoti, mostrandosi attenti a eventuali sue azioni non legali.
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