Colpo da 40mila euro a un’anziana con la truffa del finto carabiniere: due napoletani nei guai

Smantellata dai carabinieri centrale per le truffe con base operativa a Porta San Gennaro. Nei guai due napoletani, coinvolti in un’attività criminale che si muoveva dalla loro base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, punto di partenza per i loro colpi lungo la penisola meridionale. La truffa scatenante e il “metodo del falso carabiniere”. I due truffatori avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa. Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40.000 euro.

Una maxi operazione dei carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una centrale delle truffe che operava in tutto il Sud Italia. Così sono finiti nei guai i due uomini. L’operazione è stata avviata dai carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Con il classico “metodo del falso carabiniere”, i due truffatori avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa. Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40.000 euro.

L’errore fatale dei truffatori. A tradire i truffatori è stata la loro disattenzione durante la fuga: la loro auto, parcheggiata nelle vicinanze dell’abitazione dell’anziana truffata, è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza di un negozio locale. Nonostante il video mostrasse solo un parziale della targa, i Carabinieri sono riusciti a risalire al veicolo grazie a un’analisi incrociata dei dati, verificando i movimenti nella zona e restringendo il campo ai possibili sospetti. Ma non è finita qui: durante le indagini, i militari hanno fatto leva anche alle testimonianze dei residenti, che avevano notato i due aggirarsi con fare sospetto nei giorni precedenti, cercando probabilmente altre potenziali vittime. L’errore fatale è stato quello di sottovalutare la memoria della comunità locale, dove i volti nuovi non passano inosservati: i testimoni sono riusciti a fornire dettagli utili che hanno contribuito all’identificazione dei truffatori, incastrandoli definitivamente.

Misure cautelari e perquisizioni. Sulla base delle prove raccolte, la Procura di Palmi (RC), guidata dal Procuratore Emanuele Crescenti, ha ottenuto misure cautelari per gli indagati.

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