La maggioranza di Giorgia Meloni si divide sul taglio del canone Rai a causa degli interessi di Forza Italia per favorire Mediaset, mentre il governo si “dimentica” di colpire le banche. Lo dichiara a “Cronache” il deputato Carmela Auriemma, portavoce dei 5 Stelle alla Camera, coordinatrice del Movimento per la provincia di Napoli e componente della commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
Forza Italia affossa il taglio del canone Rai: secondo lei è solo un episodio o c’è una divisione in maggioranza?
E’ evidente che c’è una spaccatura e non un semplice incidente di percorso. L’emendamento non è stato voluto da Forza Italia, perché ovviamente il partito subisce la famiglia Berlusconi.
Si può parlare di un altro regalo a Mediaset?
E’ evidente. Forza Italia, con il recupero sulla Lega, sta dando fastidio all’interno della maggioranza e lo abbiamo visto questa estate con la proposta dello ius scholae, ma anche in altre occasioni: gli azzurri cercano di avere uno spazio maggiore anche sulla manovra di bilancio.
Sullo ius scholae, però, al momento del voto alla Camera hanno fatto un passo indietro…
Utilizzano i temi in maniera strumentale, con l’intenzione di mettere in difficoltà Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa. Anche sulle nostre proposte hanno sempre fatto un passo indietro al momento di votare, mai un passo avanti a favore dei cittadini.
La Costituente dei 5 Stelle ha votato contro il limite dei due mandati e i paletti alle alleanze: non temete di perdere gli elementi che vi distinguevano da altri partiti progressisti?
La grande sfida per noi è proprio questa: tornare sulle battaglie che i cittadini sentono tagliate sulla loro pelle e che ci distanziano dagli altri. Una battaglia reale su temi come sanità ed extra profitti. Altro punto importante sono i beni comuni: oggi c’è una ventata di privatizzazioni ed è necessario parlarne. Quanto al terzo mandato, io stessa sono stata consigliere comunale due volte e la regola andava rivista: sono contenta che la scelta sia stata fatta dalla base, è importante però non snaturarci con le modifiche del nostro statuto. A differenza di altri partiti che hanno conflitti d’interesse, noi siamo indipendenti e non abbiamo gruppi imprenditoriali alle spalle. Basti vedere il dato dell’8 per 1000: a sostenerci sono lavoratori, operai, classe media, il ceto che non trova una voce in questo palazzo.
Cosa le sembra della manovra finanziaria in preparazione?
Siamo il gruppo che ha presentato più emendamenti, 1200, e daremo battaglia sulla spesa per la sanità, sull’irrisorio aumento delle pensioni e perché ci siano nuove assunzioni per il comparto della sicurezza. Le nostre città, soprattutto le periferie, sono insicure, in provincia di Napoli i reati sono aumentati, ma si continuano a mantenere i commissariati senza gli uomini necessari per presidiare il territorio. Una nostra battaglia storica è quella sugli extra profitti: le banche diano qualcosa al nostro Paese, dato che negli ultimi due anni hanno avuto ricavi alti.
Di cosa vi state occupando in questo periodo nella commissione sul ciclo dei rifiuti?
Nell’ambito della lotta alla “terra dei fuochi”, ho chiesto, come relatrice di minoranza, di trattare la questione dell’inquinamento delle falde acquifere. Dei roghi e dell’inquinamento dell’aria si è sempre parlato, ma pochissimo della contaminazione delle acque ed è necessario capirne gli effetti.
In vista delle Regionali dell’anno prossimo, c’è un muro contro muro fra il governatore uscente Vincenzo De Luca e la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein, che non vuole ricandidarlo. L’esclusione di De Luca favorirebbe un’intesa fra voi e i dem?
Purtroppo il Pd ha un grosso problema. De Luca non fa passi indietro e noi non possiamo risolvere i contrasti interni al Pd. Lavoriamo per il dopo De Luca, per dare risposte ai cittadini, a cominciare dalla sanità che deve essere completamente recuperata e rinnovata.