Assunzioni in Provincia, Magliocca nei guai. L’assessore di Vitulazio Di Gaetano avrebbe reclamato una sistemazione

Antonio Scialdone, Giorgio Magliocca e Francesco Di Gaetano

CASERTA – I concorsi banditi dalla Provincia rappresentano il tema di uno dei filoni investigativi che, più di altri, ha ricevuto un forte impulso dalle perquisizioni eseguite lo scorso ottobre dai carabinieri. Il materiale sequestrato durante quei blitz (telefoni, pc, pendrive e documenti) e le dichiarazioni (successive) di alcuni indagati hanno spinto i militari, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, a non accantonare quel fronte, anzi, a tenerci sopra accesi i riflettori, al punto da richiedere, nelle scorse settimane, come abbiamo già scritto, agli uffici situati nell’area Ex Saint Gobain gli atti delle varie procedure gestite durante l’amministrazione di Giorgio Magliocca.

Uno dei primi input investigativi sul caso concorsi, però, è stato offerto – prima delle perquisizioni – da Antonio Scialdone, il sindaco di Vitulazio, che con le sue informazioni e registrazioni ha contribuito a puntellare l’indagine che vede coinvolto proprio Magliocca (per corruzione), ormai ex presidente della Provincia e già sindaco di Pignataro. Scialdone è stato il ‘fattore’ che ha messo i carabinieri sulle tracce della presunta talpa che lavorava in Procura, colpevole – questa la tesi dell’accusa – di aver rivelato a persone non autorizzate l’inchiesta sull’ex numero uno della Provincia. Ma non è stato l’unico elemento investigativo che ha offerto ai militari dell’Arma. In uno dei suoi vari interrogatori resi a militari e pm, il primo cittadino di Vitulazio, come detto, ha toccato la questione concorsi. Nel fare il resoconto di un colloquio avuto con Magliocca nell’estate dell’anno scorso, ha detto che quest’ultimo, mentre lo invitava a candidarsi con lui in vista delle provinciali, gli avrebbe pure detto che un assessore comunale di Vitulazio, Francesco Di Gaetano (non indagato), gli aveva chiesto per sé un posto di lavoro in vista di uno dei concorsi banditi dalla Provincia.

In quel frangente, il presidente non indicò nel dettaglio di quale concorso si trattasse, ma nel prosieguo del discorso fece riferimento al fatto (non collegandolo a Di Gaetano) che stava per bandire una procedura per assumere 20 cantonieri alla Provincia. Secondo i carabinieri che stanno conducendo l’indagine, questo spaccato (unito ad altri elementi che hanno già raccolto) contribuirebbe a dimostrare la gestione da loro ritenuta scellerata e illecita della macchina amministrativa di Magliocca, dato che lui non avrebbe avuto alcuna esitazione a riferire a Scialdone un potenziale intervento in favore proprio di Di Gaetano.

Si tratta, va chiarito, di ricostruzioni investigative e in quanto tali non rappresentano verità assolute: vanno, invece, provate e vagliate dai giudici. Per il momento sono solo ipotesi e, nel prosieguo dell’indagine, potrebbero rivelarsi anche non fondate. Non è da escludere, inoltre, che Magliocca, se il racconto di Scialdone dovesse rivelarsi corretto, abbia millantato per ragioni politiche.

Abbiamo chiesto a Di Gaetano (ripetiamo, non indagato) di replicare su ciò che l’ex presidente della Provincia avrebbe detto a Scialdone. Ma l’assessore, per ora, ha preferito non farlo. Quali conseguenze giudiziarie possa determinare il filone sui concorsi, al momento, è ancora ignoto. L’unico elemento certo è che Magliocca (da considerare innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile) ad oggi, risulta indagato esclusivamente per corruzione in relazione a un giro che mischia lavori pubblici e mondo del calcio amatoriale: secondo i pm Giacomo Urbano e Gerardina Cozzolino, avrebbe veicolato appalti del Comune di Pignataro e della Provincia a ditte disposte a sponsorizzare le squadre di calcio dove giocava il figlio.

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