Camorra casertana. Usura e pizzo per il clan, due arresti

TRENTOLA DUCENTA – Estorsione e usura in nome del clan dei Casalesi, arrestati Raffaele Visconti, 50enne di Frignano, e Raffaele Catalano, 58enne di Trentola Ducenta.
L’indagine che ha fatto scattare per i due, ieri mattina, le manette, ha coinvolto a piede libero anche Tetiana Ursatiy (risponde di usura), 51enne di origini ucraine, compagna di Catalano.
L’attività investigativa alla base del provvedimento cautelare, emesso dal giudice Fabio Provvisier, stando a quanto sostenuto dalla Dda di Napoli, ha portato alla luce una redditizia attività usuraia organizzata dagli arrestati. I due avrebbero concesso prestiti con tassi d’interesse mensili tra il 25% e il 40%. Su un singolo finanziamento di 500 euro, avrebbero ricavato profitti stimati intorno ai 14.000 euro.
Le vittime erano principalmente imprenditori in difficoltà economiche o persone in grave stato di bisogno, costrette a rivolgersi agli indagati per ottenere denaro necessario a soddisfare le esigenze primarie del proprio nucleo familiare.
Il lavoro dei militari dell’Arma ha permesso di ricostruire dettagliatamente il flusso di denaro e le modalità intimidatorie che Catalano e Visconti avrebbero utilizzato per ottenere i pagamenti. Fondamentali sono stati gli elementi raccolti attraverso intercettazioni, perquisizioni e il ritrovamento di un ‘libro mastro’ contenente l’annotazione delle somme prestate e riscosse.
Numerose vittime, esasperate dall’impossibilità di restituire i debiti, hanno deciso di collaborare con gli investigatori, confermando quanto emerso dalle indagini.
In alcuni casi, i debitori sarebbero stati oggetto di gravi minacce volte a ottenere i pagamenti, circostanze che hanno portato all’imputazione di estorsione per i due indagati.
A gravare ulteriormente sulla posizione degli arrestati è la loro presunta vicinanza a un elemento apicale del clan dei Casalesi: si tratta di Raffaele Della Volpe, recentemente arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tale legame, ben noto alle vittime, avrebbe favorito gli indagati, sostiene la Procura di Napoli, nel recupero delle somme prestate.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare emessa nell’ambito delle indagini preliminari.
Gli indagati, difesi dagli avvocati Mirella Baldascino e Gaetano Laiso, sono da considerarsi presunti innocenti fino a eventuale sentenza definitiva e il prosieguo dell’inchiesta e l’eventuale processo che affronteranno potrebbero far emergere la loro estraneità rispetto ai fatti contestati.

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