Mazzette per i permessi a Teverola, la Procura presenta ricorso. Nel mirino le costruzioni in località Madama Vincenza e l’incarico di capo dell’area Tecnica

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Tommaso Barbato e Biagio Lusini

TEVEROLA – Il giro di presunte mazzette in Comune per consentire a Giovanni Miniero di demolire e ricostruire, ampliandolo, l’immobile di sua proprietà in via Fratelli Bandiera, e il denaro che sarebbe stato dato a Nicolino Botti per far gestire le pratiche edilizie, mentre era nell’ufficio Tecnico, ad Alessandro Pisani (che in quel periodo non aveva alcun ruolo presso l’Ente): sono le due accuse che hanno superato il check del Riesame e che tengono, per ora, ai domiciliari, come aveva deciso l’ufficio gip del Tribunale di Napoli Nord, gli ex sindaci Biagio Luisi e Tommaso Barbato e l’ingegnere Gennaro Pitocchi. Non hanno retto, invece, le contestazioni riguardanti la realizzazione degli appartamenti in località Madama Vincenza (lottizzazione Schiavone) e la procedura che aveva portato nel dicembre 2022 alla selezione del già citato Pisani come responsabile dell’ufficio Tecnico. I pm Patrizia Dongiacomo e Cesare Sirignano hanno presentato ricorso in Cassazione proprio per ottenere che venga annullata la decisione del Riesame su queste due contestazioni.

Per quanto riguarda il caso della lottizzazione Schiavone, i pm si sono concentrati sulla regolarità delle autorizzazioni alla base dell’attività intercettiva (l’inchiesta inizialmente era incardinata presso la Dda di Napoli, ma nel 2022, non ravvisando aggravante mafiosa, passò alla Procura di Napoli Nord). Sul ‘caso Pisani’, i magistrati hanno evidenziato che l’aver portato l’ingegnere al vertice dell’area Tecnica garantì ai politici di ottenere l’approvazione di impegni della spesa pubblica, per l’esercizio finanziario del 2023, per concretizzare i progetti relativi al cimitero, al nuovo parco pubblico e alle opere di urbanizzazione primaria in via Milano. Per i pm appare evidente anche l’interesse privatistico di alcuni di loro, fra questi Pasquale De Floris (che è stato rimesso in libertà dal Riesame), all’epoca esponente dell’amministrazione diretta da Barbato. L’accusa, inoltre, dice che sussistono ancora le esigenze cautelari per gli indagati. Per quale ragione? Alle ultime elezioni, alcuni di loro, affermano gli inquirenti, hanno provveduto a collocare persone loro vicine in amministrazione per continuare a gestire i loro interessi.

Complessivamente, l’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa, ha coinvolto 15 persone, ma ora solo i due ex sindaci e Pitocchi sono sottoposti a misura cautelare (per alcuni di loro è stato il gip a non emettere misura, per altri il provvedimento cautelare è stato annullato dal Riesame). Sono sotto inchiesta a piede libero, per corruzione, i già citati Botti, De Floris, Miniero e Pisani, Pasquale Buonpane, assessore al tempo di Barbato, Angelo Morra, costruttore, Davide Vargas, ex-dirigente dell’Urbanistica di Teverola e già assessore a Trentola Ducenta, Pasquale Schiavone, 80enne di Teverola, Teresa La Palomenta, 61enne di Caserta, Crescenzo Salve, 57enne, Massimiliano Schiavone, 55enne di Gricignano d’Aversa, e Biagio Pezzella, 59enne di Aversa. Tutti sono da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Nel collegio difensivo gli avvocati Giovanni Cantelli, Maurizio Abbate, Domenico Cesaro, Giuseppe Stellato, Luigi Iannettone, Mario Griffo e Alessandro Caputo..

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