Bruxelles e migranti: Conte non lo dice, ma l’Europa è razzista. E noi ne facciamo parte

Laura Ferrara, portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo ricostruisce quello che realmente è accaduto a Bruxelles. Il succo è chiaro: prima l'Europa! Nessun Paese agisce mettendo al primo posto le esigenze dei migranti: se sono in difficoltà, pazienza

migranti
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ROMA – Nonostante il premier Conte non lo dica, la situazione è chiara: l’Europa è razzista. Al vertice di Bruxelles è emerso, al netto delle prese in giro dei rosiconi di turno, un dato inequivocabile: quei bambini morti in mare non interessano a nessuno. Nessun Paese tratta mettendo al centro le necessità dei migranti. Non lo sta facendo l’Italia di oggi, come non lo hanno fatto i governi precedenti (Pd e Forza Italia). Nessuno Stato ragiona in termini di umanità, ma in termini di interessi. Questo è quello che i ‘buonisti’ chiamano razzismo. Questa è l’Europa con cui abbiamo a che fare. Altro che mettere veti: bisognerebbe solo uscire (ma non conviene!). Non resta che continuare a puntare in alto: accoglienza sì, ma in tutti i Paesi (in modo da dividere i costi) e potenziamento della sicurezza (in mezzo a chi soffre ci sono sempre i criminali che ne approfittano).

Il resoconto dell’eurodeputata Laura Ferrara: ecco com’è andata a Bruxelles

Per aiutarci a ricapitolare quello che è accaduto a Bruxelles nei giorni scorsi, ecco il resconto di Laura Ferrara, portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo. Un resoconto condito da inevitabili controaccuse agli sciacalli dei vecchi partiti, ma efficace: “Pd et similia, quelli che hanno firmato il regolamento di Dublino (che prevede il principio del primo Paese di ingresso responsabile per le domande d’asilo) e che hanno negoziato e firmato l’operazione Triton (che prevede che l’Italia sia l’unico Paese ospitante per gli sbarchi da effettuare a seguito di operazioni di ricerca e salvataggio) oggi sentenziano sulle conclusioni del Consiglio europeo con ‘grave sconfitta!’ e ‘resta tutto come prima!’”.

I punti 5 e 12 del documento firmato dai 28 Paesi

“Mi chiedo se, ad esempio, abbiano letto il punto 5 del testo, che per la prima volta prevede, scritto nero su bianco, che lo sbarco di chi viene salvato in operazioni di ricerca e salvataggio dovrà basarsi su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri. E mi chiedo se abbiano colto, sempre nel punto 5 del testo, che per la prima volta si comincia a parlare di vie legali di accesso all’Ue, cosa a mio avviso fondamentale e rivoluzionaria per tutelare chi fugge da guerre e persecuzioni e per combattere i trafficanti di esseri umani. È poco? Non mi sembra affatto”.

Gli attacchi dal centrodestra

“Forza italia – continua Laura Ferrara – parla addirittura di ‘passo indietro’. Ma indietro rispetto a cosa? Ricordano il regolamento di Dublino, tuttora in vigore, che anche loro hanno firmato? Più indietro del testo che hanno firmato, non si può andare. Allora anche in questo caso mi chiedo se ad esempio abbiano letto, oltre al punto 5, anche il punto 12 del testo, dov’è scritto a chiare lettere che ‘è necessario trovare un consenso sul regolamento Dublino per riformarlo sulla base di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà, tenendo conto delle persone sbarcate a seguito di operazioni di ricerca e soccorso’. Per la prima volta, anche in questo caso, si evidenzia come la riforma di Dublino non possa essere affrontata senza tenere conto dei flussi migratori e delle loro rotte”.

Aiutiamoli a casa loro

“E poi, non erano loro quelli del ‘aiutiamoli a casa loro’? Chissà se avranno letto i punti 7 e 8 del testo, che mirano a impegnare l’Unione Europea nel garantire uno sviluppo dei Paesi africani, con particolare attenzione all’istruzione, alla salute, alle infrastrutture, all’innovazione, al buon governo e all’emancipazione femminile”.

Macron e la vittoria di Pirro

“Di tutti i commenti e le dichiarazioni che ho letto – conclude Ferrara -, l’attenzione si è concentrata solo sul punto 6, ovvero sulla vittoria (di Pirro) di Macron. In puro stile politichese, hanno letto e commentato il ricollocamento dei migranti su base volontaria lì previsto, slegato dal contesto. Il contesto sono i centri da istituire negli Stati membri per individuare chi ha diritto alla protezione internazionale e chi questo diritto non lo ha. Ma attenzione: anche questi centri potranno essere creati su base volontaria! Dunque? Un nulla di fatto. Già tutti i Paesi, noi compresi, si sono dichiarati non disponibili ad istituirli sul proprio territorio”.

La sintesi e l’amarezza

“Cosa resta allora delle lunghe negoziazioni del Consiglio europeo? Resta, tra l’altro, l’introduzione delle vie legali di accesso, il potenziamento del partenariato con l’Africa, operazioni di ricerca e salvataggio e relativi sbarchi da gestire in maniera condivisa e solidale e una riforma di Dublino ancora sul tavolo che dovrà tener conto degli sbarchi e dell’equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Dunque, una partita tutt’altro che chiusa. E se si pensa alle posizioni diametralmente opposte da cui si partiva, personalmente leggo in questo testo un buon risultato e un gran lavoro fatto dal nostro premier Giuseppe Conte”. Ma il punto centrale, purtroppo, resta quello che a sinistra chiamano ‘razzismo’: prima l’Europa!

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