MILANO (AWE/LaPresse) – Violenti nubifragi e grandine si sono abbattuti a macchia di leopardo facendo salire il conto dei danni nelle campagne sotto la morsa del caldo torrido. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dopo l’ultima ondata di maltempo che ha colpito tra l’altro con tromba d’aria, bomba d’acqua e grandine la provincia di Cuneo. Con campi di mais completamente piegati a terra, frutteti sradicati dal vento e stalle e capannoni agricoli scoperchiati.
Più di mezzo miliardo: i danni subiti dall’agricoltura
Il risultato è che hanno superato abbondantemente il mezzo miliardo i danni subiti dall’agricoltura nazionale dall’inizio dell’anno per effetto – sottolinea la Coldiretti – dei cambiamenti climatici in atto. Cambiamenti che si sono manifestati con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali. Con precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo.
La Coldiretti lancia l’allarme
Se nei campi si guarda con preoccupazione al cielo per paura della grandine e dei danni irreversibili che provoca alle coltivazioni, nelle stalle si cerca di portare sollievo alle mucche. Che per lo stress da caldo stanno producendo fino al 15 per cento circa di latte in meno rispetto ai periodi normali. Ma in difficoltà sono anche i pollai dove si sta registrando un calo fra il 5 al 10 per cento nella deposizione delle uova. Lo stato di sofferenza delle campagne è confermato dalle api. Considerate un indicatore del benessere ambientale.
A rischio la produzione di miele
Per la produzione di miele del 2018 si stima – sostiene la Coldiretti – un calo del 50% rispetto alla media degli ultimi anni. Per l’effetto del clima pazzo che ha stressato le api e compromesso le fioriture. Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – a un crollo a macchia di leopardo della raccolta, dalla Sicilia all’Abruzzo, dalla Liguria alle Marche fino alla Sardegna e alla Lombardia. Con punte anche dell’80% in meno rispetto alla media per alcune tipologie. Un allarme ed un impegno a lavorare per contrastare i cambiamenti climatici perché – conclude la Coldiretti – come sosteneva Albert Einstein sosteneva che: “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.