ROMA – Colpo del Comando provinciale di Reggio Calabria. I carabinieri, con il supporto dei militari della capitale e del Ros, hanno individuato e arrestato a Roma Filippo Morgante, un latitante della ‘ndrangheta. Il boss, 48 anni, è indicato come esponente di spicco della cosca “Gallico” di Palmi.
Il boss era latitante dall’ottobre dell’anno scorso
I carabinieri lo hanno monitorato per circa un anno prima di arrestarlo, finalmente, a Roma all’esterno di un bar, non lontano dall’abitazione in via del Forte Tiburtino presso cui si nascondeva. Il boss della ‘ndrangheta si era sottratto ad un ordine di carcerazione, seguito alla condanna definitiva ad 18 anni, un mese e 28 giorni di reclusione per una lunga serie di reati. Vale a dire associazione di tipo mafioso, minaccia, detenzione di armi clandestine e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Al momento dell’arresto, Morgante non ha opposto alcuna resistenza. Non aveva armi con sé, ma documenti di cui era stato denunciato lo smarrimento ed un telefono cellulare con sim straniera, il tutto sottoposto a sequestro.
Chi è Morgante, esponente della ‘ndrangheta
In un comunicato, i carabinieri hanno riassunto l’attività di Filippo Morgante.
Nella nota, si legge che il boss “è ritenuto elemento di elevata caratura, a completa disposizione della cosca Gallico, che gode di ampia autonomia decisionale in merito sia alla pianificazione degli omicidi sia alle azioni delittuose da compiere per la gestione degli interessi economici del sodalizio. Si tratta di un profilo criminale delineatosi dettagliatamente nel corso dell’indagine ‘Cosa Mia’ della Dda reggina a seguito della quale si era reso latitante.
Morgante era “al costante servizio dell’associazione mafiosa, dando attuazione a tutti gli ordini impartiti dai capi (Giuseppe, Domenico e Carmelo Gallico) e dai reggenti (Rocco e Teresa Gallico), in particolare in materia di estorsioni. Filippo Morgante, inoltre, avrebbe fatto parte del ‘braccio armato’ della cosca Gallico e avrebbe partecipato attivamente alla faida che era in corso con la ‘ndrina Bruzzise“. “Inoltre, dal momento che tutti i principali esponenti della consorteria sono detenuti, Morgante di fatto figurava come il ‘reggente’ della cosca“.
La soddisfazione di Salvini
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha salutato la notizia dell’arresto di Morgante con grande soddisfazione. “Le forze dell’ordine gli hanno dato la caccia per un anno e adesso l’hanno sbattuto in carcere. I boss devono marcire in galera. Grazie ai carabinieri, che l’hanno braccato, e a tutti gli uomini e donne in divisa d’Italia: siamo orgogliosi di voi“.